Testimonial #7

ARIANNA MASAMi chiamo Arianna, ho 23 anni e nel luglio 2014 mi sono laureata nella triennale di Economia e Amministrazione delle Imprese presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca.

Dopo la laurea ho subito trovato lavoro presso uno studio commercialista della mia zona;

Il lavoro mi piaceva molto e per questo ho deciso di puntare ancora più in alto e proseguire gli studi iscrivendomi alla specialistica in Legislazione, auditing e controllo in modo tale da poter riuscire a dare l’esame di stato da commercialista. Sono sempre più convinta di aver fatto la scelta giusta, anche se non vi nego che studiare e lavorare ha le sue difficoltà, ma sono una ragazza che non si accontenta mai e le piace complicarsi la vita! Infatti durante il primo anno di università, quando mi è stato proposto di partecipare al master Lecco100 non ho dubitato e ho accettato subito! Lecco100 è stata un’esperienza bellissima che ha arricchito il mio bagaglio grazie ai molteplici temi affrontati e soprattutto che mi ha fatto crescere a livello relazionale: trovarsi a svolgere varie attività in gruppo con ragazzi mai visti prima e parecchi anche più grandi di te, aiuta ad “aprirsi”, ad affrontare la vita reale e imparare a relazionarsi nel modo corretto con le persone che hai di fronte!! Credo che il punto di forza di Lecco100 sia proprio questo, creare un gruppo di ragazzi con esperienze diverse, età diverse, ambizioni diverse ma la stessa voglia di crescere e conoscere. Oltre a questo gli altri aspetti molto positivi di questo master sono state le numerose esperienze portate in aula che insegnano molto più della classica lezione teorica e la possibilità di fare uno stage presso aziende del nostro territorio! Detto ciò posso solo confermare che Lecco100 mi è servito molto, sia sul curriculum che a livello personale, grazie anche agli efficienti organizzatori e relatori che abbiamo avuto la possibilità di conoscere: lo consiglio vivamente a tutti i ragazzi, che come me, hanno una gran voglia di fare esperienza!

Arianna Masa

LA COMUNICAZIONE E IL DALTONISMO DELL’ANIMA

Piero_Guasco_LeadershipSotto l’esperta e coinvolgente guida di Piero Guasco abbiamo affrontato il tema della sostenibilità in relazione alla comunicazione, con l’utilizzo di alcune metafore per meglio visualizzare i concetti che ci accompagneranno per tutto il cammino formativo di quest’anno.

La sostenibilità, rappresentata come una antica bilancia a due piatti, evidenzia come agire alternativamente sul futuro oppure sul presente alteri l’equilibrio dei due piatti; seguire un comportamento sostenibile significa anche riuscire ad agire non compromettendo l’equilibrio della bilancia.

Un ulteriore monito ci viene fornito dalla storia della Coppa di Samo: la leggenda vuole che sia stata realizzata dal filosofo greco Pitagora come deterrente all’ingordigia degli operai impegnati nella costruzione dell’acquedotto; essi che potevano versare nella coppa soltanto la razione di vino consentita, pena la perdita dell’intero contenuto: grazie all’ingegno e alle conoscenze di Pitagora -che aveva predisposto un sifone all’interno della coppa – superare il limite consentito faceva sì che la coppa si svuotasse completamente.

Il percorso formativo è continuato con l’analisi delle tre leggi della comunicazione interpersonale; un esempio ci ha mostrato come una semplice domanda possa essere interpretata diversamente a seconda di vari fattori: la reazione e la conseguente risposta non sono determinate dalla mera scelta delle parole poiché distanza, tono di voce, postura e altre caratteristiche (verbali o non verbali) viaggiano tra i due interlocutori insieme alle parole stesse, e contribuiscono a determinare il messaggio ricevuto. La prima legge della comunicazione interpersonale ci dice infatti che noi influiamo sempre sugli altri: dobbiamo tenerne conto quando cerchiamo di comunicare, in quanto ogni nostro comportamento viene processato dall’interlocutore come comunicazione non verbale.

Anche non rispondere immediatamente ad una domanda ha un suo significato per chi la pone: dall’inazione (ad esempio, un silenzio imbarazzato) egli riuscirà a comprendere la reazione suscitata alla sua richiesta. In sostanza, la comunicazione non si ferma alle parole: noi stiamo comunicando qualcosa anche quando non pensiamo di farlo.

Questa consapevolezza è fondamentale, soprattutto se analizzata insieme alla seconda legge: un rapporto può improvvisamente mutare da positivo a negativo per un semplice episodio, a causa di fattori apparentemente insignificanti che cambiano il parere reciproco tra le persone coinvolte. Sapere che non solo le parole fanno parte del messaggio comunicativo ci aiuta ad essere attenti a non rovinare i rapporti con gli altri.

Un’ulteriore metafora, l’iceberg, è servita al nostro relatore per spiegare la terza legge: durante l’atto comunicativo viene sempre coinvolta sia la parte razionale di una persona -la punta dell’iceberg – che il suo inconscio – la parte sommersa dell’iceberg; l’inconscio infatti riceve e rielabora le domande in base ai propri Valori, formatisi in età infantile e difficilmente mutabili – se non da circostanze eccezionali o esperienze di vita profonde. L’inconscio restituisce le proprie interpretazioni alla parte razionale dell’interlocutore, che rielaborerà il tutto: è importante pertanto motivare le domande, onde evitare fraintendimenti ed assicurarsi che il messaggio arrivi così come lo si vuole trasmettere.

Una volta consapevoli di queste regole, bisogna utilizzarle nelle relazioni interpersonali cosicché sia più facile raggiungere l’obiettivo prefissato (ricordando che, per definire un obiettivo come tale, esso deve essere concreto, misurabile, raggiungibile e stimolante). Se l’obiettivo è un risultato da conseguire insieme ad un team, è fondamentale capire come rapportarsi con i singoli individui che lo compongono.

Ma come fare per capire il metodo migliore per comunicare con una persona? In base a quanto detto in precedenza la comunicazione non è unicamente data dal messaggio, ma proviene anche dal nostro comportamento: dobbiamo imparare quindi a conoscere noi stessi per capire come con gli altri.

L’esperienza di gruppo del “Mercato delle Carte” ci ha aiutato a capire come sia fondamentale conoscere sia la propria personalità che quella altrui: è stato distribuito un mazzo comprendente gruppi di carte di quattro colori diversi (rappresentativi dei tipi psicologici teorizzati da Carl Gustav Jung), ognuna con una frase riguardante aggettivi o comportamenti abituali; ciascuno di noi ha trattenuto le carte ritenute “affini” alla propria personalità consegnando ai i compagni di corso le carte ritenute calzanti con le personalità altrui. Alla fine dell’esperimento siamo rimasti con un mazzetto di carte di vario colore a testa, uno spaccato ideale della nostra personalità con i tratti caratteristici delle quattro tipologie: il Rosso, sinonimo di carattere focoso, estroverso e votato all’azione razionale; il Giallo, proprio di chi è allegro, esuberante e che prende decisioni “di pancia”; il Verde, proprio delle persone miti e introverse che ponderano le decisioni in base ai propri valori, ed infine il Blu, rappresentativo di coloro che analizzano in maniera meticolosa tutte le informazioni e decidono in maniera individuale e puramente razionale. La distribuzione quantitativa delle carte ci ha dato una indicazione delle nostre caratteristiche.

Riuscire a capire la nostra personalità ci permette così di rapportarci in maniera adeguata alle persone che ci circondano, soprattutto per fare una buona prima impressione, che è la base per costruire un rapporto di collaborazione reciproca.

La prossima sfida che dovremo affrontare sarà quella di capire come riconoscere le personalità altrui, una volta conosciuta la nostra. In un certo senso, ora siamo come daltonici ai colori dell’anima umana, ovvero persone che non riescono a distinguere i colori delle altrui personalità, pur sapendo che in fondo ognuno di noi è differente dall’altro – e a suo modo unico.

Questo daltonismo non è genetico: con lo studio e la conoscenza saremo in grado di distinguere le tonalità e le sfumature del carattere degli altri, per agire in maniera consapevole ed assicurarci le migliori possibilità di conseguire gli obiettivi che ci siamo prefissati.

Marco Cantini

Testimonial #6

FEDERICA SOSTA

Sono Federica Sosta, ho appena compiuto 31 anni e attualmente risiedo a Berlino. Nata a cresciuta a Lecco, dopo la Laurea ho vissuto in diverse città, Milano, Venezia, Berlino, Manchester, per seguire la mia professione all’interno dell’Arte contemporanea. Da qualche anno vivevo di nuovo in Italia, a Lecco, e un pò per caso, un pò per curiosità, mi sono ritrovata a seguire la scorsa edizione del master Lecco100. Sono un’Artista e Creative Director, che in soldoni significa che creo possibilità di sviluppo per altri artisti in contesti culturali o creativi, e negli ultimi anni, non senza difficoltà, avevo deciso di provare a compiere la mia professione di nuovo in Italia. Avere a che fare con l’Arte è più che altro una missione, più che una professione. Bisogna crederci, e molto.
Spesso le persone hanno un’idea romantica dell’artista, di colui che crea a luce di candela nella penombra e vive di mele a morsi… ma la realtà delle cose è ben diversa. Oggigiorno qualsiasi creativo, makers, artista, designer sa bene di dover consolidare numerose competenze prima di poter iniziare a vivere del proprio lavoro, e la parte di creazione in sè, non è altro che un singolo momento, a cui si sommano la capacità di individuare delle modalità di produzione e di fruizione non consuete, la capacità di sviluppare un self branding e marketing dei propri prodotti artistici, e la possibilità di coprire da sè ogni fase di progettazione di contenuti artistici e culturali.
Il Master Lecco 100 mi è stato di grande aiuto ad avere consapevolezza di tutto questo, di quanto in ogni professione, in ogni lavoro, in ogni campo, ci siano sfide e limiti personali da superare. Ho imparato a conoscere di più me stessa in campo professionale, ho imparato a credere in me, a vedermi ‘dall’ esterno’. Ho imparato a confrontarmi con altre persone mosse da passione per il proprio lavoro, professionisti ‘affamati’, curiosi, coraggiosi, che credono nel proprio lavoro e sono disposti a prendersi dei rischi nella propria professione. Ho conosciuto professionisti mossi da una cultura del ‘fare’, e dalla volontà di trasmettere un sistema di conoscenze trasversale, in grado di generare confronto e crescita.
E’ stata un’esperienza assolutamente stimolante e interessante per via delle svariate testimonianze, che hanno avvicinato le vicende personali di numerosi professionisti lecchesi al destino di un gruppo di ragazzi/e appena affacciati/e al mondo del lavoro. Ma indubbiamente anche un messaggio estremamente positivo da parte di chi ha organizzato con dedizione ogni singola lezione, e con generosità ha offerto il proprio patrimonio di esperienze alle nuove generazioni.

Credo che alla fine dei 6 mesi di master, la cosa più importante che possano avermi insegnato sia proprio questa. Credere di nuovo nel futuro, in un futuro fatto di persone. Non si smette mai di imparare, e mentre l’educazione è un processo legato ad un momento particolare della vita, alla scuola, ai banchi e ai libri; la formazione, è un life long process, e dura tutta la vita. Basta rimanere curiosi.

Federica

USIAMO LA TESTA!

Nella seconda giornata di Master Lecco100 abbiamo affrontato il tema delle mappe mentali e tecniche di creatività. Alessio Sperlinga ci ha guidato alla scoperta delle infinite capacità della mente umana.

La più grande capacità della nostra mente è l’immaginazione! Non ci credete? Provate a prendere carta e penna e iniziate a disegnare degli scarabocchi. Ora trasformate ogni scarabocchio in un uccello. Ecco a voi le infinite capacità d’immaginazione della vostra mente! Un’altra importante capacità della nostra mente è la capacità associativa. Facendo leva su queste due capacità, intorno al 1960, lo psicologo inglese Tony Buzan ha ideato le mappe mentali come tecnica di rappresentazione grafica e simbolica della conoscenza.

Muniti di tanti pennarelli e fogli bianchi, rigorosamente in orizzontale in quanto questa modalità favorisce la sensazione di apertura, ci siamo messi all’opera per la costruzione di una mappa mentale. Procedendo dal centro, dove è individuato l’argomento principale, ci si dirama verso l’esterno, dove, per libera associazione mentale, sono collocati i concetti ad esso legati. È importante usare il più possibile i colori, le immagini e le linee curve, in modo da stimolare il cervello.

La mappa mentale è una tecnica che consente di sintetizzare idee e concetti in forma grafica, rendendoli più assimilabili ai nostri processi di apprendimento e sviluppo, eliminando quello che già di implicito c’è nella comunicazione. Per la sua naturalezza, i campi di applicazione di questa tecnica sono vastissimi: dalla stesura di una storia, al prendere appunti, fino al compilare la lista della spesa.

Nel pomeriggio si è fatta una riflessione su come ogni situazione genera un problema. Spesso anche quando non ce ne accorgiamo, ci troviamo a risolvere problemi, a porceli, ad evitarli, a temerli. Molte azioni automatiche, consistono in processi di soluzione di problemi che abbiamo ripetuto tante volte da non sapere più che cosa stiamo facendo e come lo facciamo. Altre volte invece siamo ben consci di avere davanti un problema particolare da risolvere e la soluzione non è immediata. È in queste situazioni, in cui la razionalità non basta, che entra in gioco la creatività, come capacità di trovare soluzioni alternative ad un problema. La creatività si basa sull’uso di pensiero non condizionato, che esce dagli schemi e ci permette di andare oltre la barriera che ci fa credere che non esistano soluzioni. Il problema è sempre una costruzione mentale. Ecco perché il primo passo per risolvere il problema è innanzitutto riconoscere i nostri preconcetti, accantonarli e da qui ripensare alla soluzione del problema.

Esemplare è il caso del truffatore Victor Lustig, conosciuto anche come l’uomo che vendette la Tour Eiffel.

Quando capì di aver insospettito il potenziale acquirente, trovò una soluzione per accreditarsi cambiando la sua posizione.

Numerose sono le tecniche di creatività utilizzate per trovare nuove idee: brainstorming, freewheeling, pensiero laterale, intuizione, … Esse si basano per la maggior parte su una prima fase espansiva, in cui non sono presenti regole e tutti i giudizi sono sospesi, e in seguito una di filtro, in cui si fa pulizia eliminando le idee che si ripetono o non si ritengono appropriate. Si estraggono in fine le idee principali che si andranno a sviluppare. La creatività quindi produce qualcosa di nuovo, e questo qualcosa di nuovo può essere una soluzione nuova o una soluzione risultante dalla riformulazione di un problema.

Il talento creativo, inteso come capacità di creare e risolvere i problemi derivati da stimoli esterni, risulta essere l’elemento distintivo dell’individuo geniale. “Che cos’è il genio?” si domandava un protagonista del film Amici Miei “È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione”.

Benedetta Rota

 

Prima giornata: Imprenditori sul tema della sostenibilità

Curiosità, è questa la parola che più rappresenta il mio stato d’animo dopo il primo giorno di master “Lecco100”. Curiosità verso i miei compagni di avventura, giovani con storie diverse con cui confrontarsi.
Curiosità nei confronti delle persone che ci hanno regalato il loro tempo per trasmetterci qualcosa o, per lo meno, per stuzzicare il nostro pensiero e il nostro animo.

Quattro sono stati gli ospiti che ci hanno raccontato la loro storia, quattro racconti diversi e, oserei dire, anche contrastanti fra loro.
20160205_CORTESISi è partiti con la storia dell’imprenditore Angelo Cortesi, un imprenditore di successo che, se pur affrontando diverse difficoltà, è riuscito a portare in alto la sua azienda mantenendo una cultura aziendale con le “C” maiuscola. Una bella storia di sogni perseguiti caparbiamente e raggiunti. Una realtà in continua evoluzione per il miglioramento, non solo dell’azienda ma dell’ambiente e della società.

20160205_manueleProseguendo, è intervenuto Emanuele, un educatore che aiuta i giovani di “Casa Don Guanella” a ritrovare se stessi e a ricostruire la loro vita. Raccontandoci la storia di diversi ragazzi con situazioni difficili, ci ha fatto capire quanto è importante dare a tutti un’opportunità e, sopratutto, ci ha fatto capire quanto l’ambiente che ci circonda e la presenza, o l’assenza, di punti di riferimento può condizionare la vita di chiunque.

20160205_ANTONIO_PECCATIDopo una doverosa pausa pranzo che tra allievi del master abbiamo utilizzato per iniziare a conoscerci, si è ripreso il “racconto-confronto” con Antonio Peccati, guida alpina da giovane e attualmente area manager di Allianz Bank nonché vicepresidente di Confcommercio Lecco.
La sua è una storia anch’essa di successo, costruita passo dopo passo con caparbietà, alzando sempre più l’asticella degli obiettivi e tenendo sempre presenti gli alti valori della montagna.

20160205_SIMONEL’ospite finale è stato Simone, un ragazzo che ha già frequentato il master l’anno scorso e che anche lui, con insistenza e con impegno, è riuscito a realizzare un suo progetto che permetterà di far lavorare persone con disabilità, nell’ambito agricolo.

Storie diverse e, come dicevo, contrastanti ma con diversi punti in comune:
– L’impegno e la costanza per rialzarsi dopo ogni “batosta”;
-La responsabilità nei confronti degli altri, siano essi i dipendenti dell’azienda, giovani da educare, clienti da salvaguardare o disabili da inserire nel mondo del lavoro.
-L’onestà, che ti fa rinunciare a scorciatoie, più o meno legali, in nome dell’etica aziendale; che ti fa guardare gli investitori finanziari come uomini, prima ancora che come clienti; che magari in questo nostro Paese può sembrare una cosa da stupidi ma che, dalle storie di queste persone, dimostra come a lungo termine paghi.

Per concludere vorrei spendere due parole sul tema del master, la sostenibilità.
Ebbene da questa prima giornata, il tema della sostenibilità credo si possa congiungere con il tema dell’onestà, nel senso che è sostenibile vivere, impegnarsi e lavorare onestamente.
Credo sia un messaggio fondamentale di questo primo giorno che condivido pienamente.
Tocca a noi giovani recepire questo messaggio e cercare di cambiare le cose. A proposito di ciò, vorrei terminare con una citazione di un grande scrittore italiano, Corrado Alvaro:

“La disperazione peggiore di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile.”
(cit. Corrado Alvaro)

Gesufatto Colosimo