Lezione del 31 marzo – Strumenti di progettazzione per accesso ai bandi ed Economia civile parte 2

Al via anche l’ultima lezione del mese di marzo del Master per Giovani Manager. Mentre si respira già una forte aria Primaverile, la giornata si presta ad essere ricca di concetti e contenuti non solo interessanti ma anche fortemente attuali.

La mattinata è dedicata alla seconda parte dell’ampio ramo che è L’Economica Civile, tenuta dal professor Benedetti, al suo secondo intervento come relatore al Master.

Prendendo in considerazione i principali vettori che hanno causato la crisi finanziaria del nostro secolo, quali:

  1. puntare ai risultati quantitativi a breve termine piuttosto che alla creazione di valore a lungo per tutti gli stakeholders;
  2. anteporre sistematicamente l’interesse personale a quello generale;
  3. riporre eccessiva fiducia nelle capacità del libero mercato d’autoregolarsi;
  4. distanziare troppo la finanza dall’economia reale.

Ci si chiede ora se sia possibile una nuova economia:

A tal riguardo sono sì state adottate delle misure correttive da parte degli stati, ad esempio: regolamentazione dei mercati e miglior coordinamento fra governi, misure di forte riduzione del debito e razionalizzazione dell’intervento pubblico e tentativi di crescita del PIL. Queste misure sono risultate di efficacia solo parziale e sempre più inadeguate, soprattutto se non ne vengono integrate con una logica di sostenibilità nel lungo periodo. Si dovrebbe quindi procedere come prima cosa con l’individuazione di indicatori di sviluppo più adeguati che riescano a misurare variabili come il “progresso reale” e “lo sviluppo umano” (capitale umano, sociale, ambientale trasmissibile alle generazioni future).

Grazie a queste nuove prospettive infatti si rivela come oggi il grado di disuguaglianza sia aumentato. Una ricerca condotta nel 2016 ha dimostrato che l’1% della popolazione più ricca possedeva oltre il 50% della ricchezza globalmente considerata!

 

Si è iniziato a parlare di “Land Grabbing”, fenomeno che ha portato i paesi più ricchi e dipendenti dalle importazioni di cibo ad acquistare grandi porzioni di terra per produrre cibo per i loro bisogni domestici. A tal riguardo sembra opportuno riportarle l’emblematico esempio che proviene proprio da un progetto di co-sviluppo con il Burkina Faso e la nostra cittadina Lecchese, conosciuto come «Riso secondo natura».

 

Tutte queste disuguaglianze e situazioni di disagio hanno porto a quello che è l’argomento “caldo” del nostro periodo, che infiamma le anime di tutti i Paesi, in particolar modo Europei a causa anche della loro posizione geografica: La Migrazione. La questione è diventata di grande rilievo o, addirittura secondo molti governanti è diventata LA QUESTIONE principale da gestire per l’Unione, ancor più rilevante dei temi economico-finanziari. Nel 2016 e solo in Italia sono arrivato oltre 25.000 minori non accompagnati, e purtroppo andando avanti con questi numeri che non accennano a diminuire, il Vecchio Continente non sarà in grado di mantenere il ritmo di questi flussi.

Come uscire da questa situazione? La soluzione più accreditata sembra essere quella di reinventare l’Europa, uscendo da una logica di crescita quantitativa legato all’economia di mercato, per privilegiare uno sviluppo qualitativo basato su una riprogettazione del lavoro, del mercato e del welfare pubblico, sfruttando i vantaggi dell’innovazione tecnologica. Le aziende devono iniziare ad operare non solo in logica di generare profitto, quindi di breve periodo, ma devono operare con senso di responsabilità in modo tale da non apportare solo benefici per se stessa ma anche per gli altri operatori con cui entra in contatto, che siano essi interni od esterni.

Il tema della CSR ormai si è sempre più diffuso nelle pratiche di gestione delle aziende (anche se Porter ritiene sia più funzionale parlare di Creazione di Valore Condiviso, CSV). Agire responsabilmente non solo crea benefici in termine di immagine, di vantaggio competitivo ma garantisce anche una buona performance in termini di lungo periodo, il tutto andando di pari passi all’AUMENTO DEL BENESSERE SOCIALE e del BENESSERE DEI CLUSTER LOCALI in cui opera l’azienda.

Fra gli esempi di aziende Italiane che hanno deciso di operare con etica sociale possiamo trovare Ferrero, l’Ospedale Cantonale di Locarno, Gessi e la marchigiana Loccioni.

Raggiungere il punto ottimale fra benessere aziendale e benessere sociale è impegnativo e richiede un cambiamento di fondo ma “se vuoi fare un passo in avanti, devi perdere l’equilibrio per un attimo”.

 

La seconda parte della giornata è stata dedicata al tema della Progettazione tenuto da Cristina Pedretti.

Da subito l’intervento è risultavo molto coinvolgente ed interessante, portandoci a conoscenza di strumenti per una buona programmazione come “Realtime Board” che può essere applicato anche per scopi diverso, facilitandoci nettamente la fase iniziale di un qualsiasi progetto abbiamo in mente.

Per una buona progettazione si deve sempre prestare a seguire un modello ben definito in modo da ottenere la possibilità di finanziamento. Le formalità che tutti i progetti devono avere vengono decise e gestite dall’UE e diffuse successivamente dalla Commissione.

Le caratteristiche che deve avere un buon progetto sono:

  1. pertinenza;
  2. fattibilità (deve quindi essere realizzabile);
  3. Sostenibilità.

La cosa fondamentale per chi elabora il progetto è sicuramente porre il proprio focus sui reali bisogni dei destinatari dell’intervento.

Il primo “step” per intraprendere un progetto è quello di sviluppare l’albero dei problemi e attraverso un legame causa-effetto ribaltare l’albero in modo da trasformare tutti i vari problemi in obbiettivi, adottando una visione positiva. A bene vedere questo processo può essere utilizzando nella vita di tutti noi, per la risoluzione di qualsiasi problema o per il raggiungimento dei nostri obiettivi personali.

Da quanto fin ora detto si evince che deve esserci tanta sinergia fra i membri del team, in modo da ottenere un elaborato completo a 360°. Il lavoro che sta dietro è molto dettagliato e preciso questo perché le linee guida sono restrittive, “precise al millimetro” e anche una piccola dimenticanza potrebbe compromettere la possibilità di finanziamento.

La maggior peculiarità sono le scadenze: i tempi di consegna sono sempre stringenti e ciò porta sempre ad anticipare i lavori in attesa dell’uscita dei vari bandi.

Progettare un bando e progettare un obiettivo di vita quotidiana non differisce di molto, e dopo questa giornata di master siamo usciti con nuove competenze da poter applicare nella frenesia di tutti i giorni.

 

Elvana Blakaj.