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Lezione del 27 marzo : la gestione della paura – La gestione di un profilo linkedin

Visto il perdurare della pandemia anche la lezione del 27 marzo del Master Lecco100 si svolge in modalità telematica trattando il tema della “Gestione della Paura”, oggi più che mai attuale.

La lezione è tenuta da Alessio Sperlinga che apre anticipando brevemente il tema della mattinata e presentando gli ospiti. Oggi infatti sono con noi anche Alessio e Fabrizio, due colleghi di Alessio, e Chiara Gianola, una ex alunna del Master che ci porterà la sua esperienza di vita e di lavoro.

Alessio Sperlinga

Alessio inizia la lezione con il suo “This I believe”. Il “This I Believe” è un format radio inventato nel 1951 a Londra da Edward Murrow e consiste in un discorso in cui le persone devono dire, in cinque minuti, cosa le motiva nella vita e quali sono i loro valori. Dalle prossime lezioni, ognuno a turno, dovrà presentare il proprio “This I Believe”

Alessio Sperlinga inizia poi il suo intervento condividendo un video che richiama tutti gli elementi della paura e facendo notare ai ragazzi come chiunque, ad un certo punto della propria vita, per un motivo o per l’altro, ha avuto paura. Si osserva dunque come la paura sia una cosa naturale, e, come diceva Aristotele, la natura non fa mai nulla per niente; dunque anche la paura deve avere un significato.

La paura è infatti una delle emozioni di base proprie della nostra specie, ed è intrinseca alla condizione umana. Alessio mostra poi una figura con delle facce che rappresentano le sei emozioni di base che ritroviamo in tutti gli esseri umani in ogni parte del mondo, ossia felicità, tristezza, disgusto, stupore, rabbia e paura. In generale tutte le emozioni nascono come risposta ad un bisogno e nello specifico la ragioneprimaria per cui si manifesta l’emozione della paura è legata ad un istinto di sopravvivenza.

Ma che cosa, di fatto, genera la paura? I nostri bisogni di sicurezza implicano un controllo completo della situazione, tuttavia la vita è fatta di incertezze e cambiamenti continui ai quali noi non possiamo e non dobbiamo resistere. In genere, la causa della paura è proprio questo cambiamento improvviso che introduce nuove variabili o modifica l’ambiente familiare facendo così perdere l’orientamento agli esseri umani.

Nel corso della nostra vita ci troviamo a fronteggiare cambiamenti esterni e percepiti come pericolosi nel sistema-mondo, come ad esempio quella dell’attuale pandemia, oppure cambiamenti tipicamente umani come per esempio la morte.

Per affrontare al meglio un cambiamento quando avviene e sapersi reorientare ci sono quattro passi da seguire. In primis bisogna accorgersene; una volta che siamo coscienti del cambiamento non dobbiamo subirlo, questo significa che non possiamo continuare a fare quello che facevamo prima, ma dobbiamo accettare il cambiamento. Questa è sicuramente la fase più difficile ma, in questi casi, sapersi adattare alla realtà è più utile che capire, ed è importante ascoltare, osservare, apprendere a non ripetere gli stessi errori, imparare dall’esperienza e accettare di non avere mai certezze. Una volta che ci siamo adattati e siamo “sopravvissuti” al cambiamento allora potremo cercare di capirlo, di pensarlo e infine di guidarlo.

In generale comunque ci sono varie risposte che si possono dare alle paure che possono essere di due tipi: o passivo-reattive come per esempio il nascondersi, il fuggire, il mimetizzarsi oppure proattive come trovare dei sistemi per resistere più a lungo o addirittura, quando c’è un predatore, attaccare anche fisicamente.

Alessio lascia poi ai ragazzi cinque minuti per svolgere un esercizio legato alla paura: ognuno deve ricordare una situazione in cui ha avuto paura e pensare a come questa è stata affrontata.

La tematica della paura è inframezzata dalla testimonianza di Chiara Gianola, ex alunna del Master Lecco100 e attualmente Relationship manager presso Linkedin, che racconta ai ragazzi la propria esperienza di vita e di lavoro.

Chiara Gianola

Chiara racconta delle sue esperienze di volontariato e lavorative in giro per il mondo per arrivare infine a parlare del suo attuale lavoro che si discosta del tutto dal suo percorso di studi. Chiara sottolinea come, comunque, il fatto di avere una base di studio molto differente dal lavoro che si va a svolgere, possa essere sfruttata nelle varie esperienze lavorative in quanto porta ad avere un approccio “fuori dagli schemi” (o addirittura un vantaggio competitivo) che può rivelarsi spesso utile e apprezzato da datori e colleghi di lavoro.

Chiara poi, considerato il tema della giornata, si sofferma su dei momenti della sua/vita carriera in cui ha provato paura, sottolineando però come questi moment siano stati dei veri e propri momenti di svolta in positivo. Chiara suggerisce inoltre di affrontare i momenti di cambiamento e paura preoccupandosi e lavorando solo su quelle cosa che possono essere effettivamente cambiate senza incaponirsi e preoccuparsi per le cose che non dipendono da noi.

Infine Chiara, vista la sua posizione in Linkedin, dedica l’ultima parte della sua testimonianza a dare ai ragazzi qualche consiglio per migliorare un colloquio di lavoro e su come gestire e completare un profilo Linkedin.

Ringraziamo Chiara per la testimonianza e per i preziosi consigli condivisi che saranno utili soprattutto per dei ragazzi giovani come noi ancora alle prime esperienze lavorative.

La lezione prosegue poi sempre sulla gestione della paura. Dopo un veloce ripasso dei temi trattati in mattinata Alessio prosegue spiegando che essenzialmente la paura, seppur talvolta possa essere percepita collettivamente, si muove sempre ad un livello micro, è cioè un processo che avviene nella nostra mente per cui, da uno stimolo, interno o esterno, si genera una sensazione, che diventa emozione, che a sua volta diventa un sentimento e dà luogo ad un’azione. In poche parole, la paura fa da strategia di sopravvivenza, è la sensazione a partire dalla quale l’essere umano sviluppa tutte quelle strategie di difesa, attacco o resa che lo portano ad adottare comportamenti passivi, reattivi e pro-attivi che generano nuove soluzioni.

L’emozione della paura nasce perché nel nostro cervello abbiamo un sensore, l’amigdala, che, quando prova uno stimolo fisico, si collega molto velocemente al resto del cervello creando così una reazione. Tra stimolo e reazione ci possono essere pochi secondi ma, se conosco il processo, posso inserire un elemento che mi permette di decidere come agire.

La buona notizia è, quindi, che il fatto di provare paura, pur essendo inevitabile, è sempre uno stato mentale e, come tale, può essere cambiato e controllato, agendo sul processo.

Ci sono diverse correnti di pensiero che si sono dedicate ai metodi per affrontare la paura e in generale i momenti traumatici.

Alcuni di questi individuano nel ricordare e nel guardare la situazione dall’esterno il punto cruciale per superare questi stati mentali. Lavorare in questo modo è utile perché ci fa guardare l’evento in modo distaccato e razionale.

Alessio spiega poi la visione stoica e fa esercitare i ragazzi con la tecnica, definita da Seneca in vista della sua morte, della premeditatio malorum (vedi immagine)che prevede che, se non è possibile prevenire che qualcosa di spaventoso accada, è però sempre possibile sviluppare strategie per negoziare con la paura, come con un’antica nemica, e, senza opporre resistenza, lasciare che si trasformi in una nuova amica, fedele consigliera al nostro fianco nel momento di riparare agli imprevisti e guidare il cambiamento.

Ogni alunno ha poi del tempo per esplicitare quali sono le cose che teme accadono, cosa può fare per prevenire queste cose, e, nel caso accadano come può risolvere. Il passo successivo sarà poi quello di valutare i costi dell’inazione (a livello fisico, economico, ecc), ossia cosa succede se si resta passivi di fronte a questi eventi traumatici.

Infine Alessio, mostrando dei video, accenna ad alcune strategie/tecniche che possono essere messe in pratica per reagire alla paura. Si sottolinea come tutte le strategie mostrate siano strategie di gruppo, tuttavia non sempre la collaborazione è facile o comunque possibile.

Ringrazio molto Alessio per avere affrontato con leggerezza e razionalità questo tema delicato e interessante!

Gaia Milani

Lezione del 20 marzo – la Gestione delLe Riunioni – Testimonianze Imprenditoriali

L’argomento del giorno proposto da Alessio Sperlinga è quello delle Riunioni. La lezione ancora una volta è stata effettuata tramite l’utilizzo di Webex, a causa delle restrizioni in atto nel nostro amato paese.

Alessio Sperlinga ha parlato ai ragazzi sulla gestione delle riunioni

Alessio ha innanzitutto introdotto il tema, le riunioni sono momenti importanti nella vita progettuale, un esempio pratico della loro importanza  lo si ha sicuramente all’interno di un’azienda, grande o piccola che sia, poiché riunione è spesso sinonimo di organizzazione.

Ma, per far sì che una riunione possa essere efficace bisogna necessariamente tener conto di alcuni “must”:

  • Bisogna fissare un orario d’inizio e uno di fine da rispettare tassativamente
  • Deve avere una buona organizzazione logistica(per esempio stabilendo la durata di ogni intervento)
  • Deve necessariamente avere un ordine del giorno preciso e stabilito precedentemente
  • Deve avere un numero limitato di partecipanti

Una riunione nell’atto pratico prevede che vengano prese delle decisioni, che emergano temi, problemi  e che si possa pianificare, organizzare il lavoro in modo ottimale.

Quanto emerso durante lo svolgimento della riunione deve essere poi riportato all’interno  di una sintesi, detta verbale, per far sì che venga tenuta traccia in futuro di quanto trattato in passato.

Successivamente è intervenuto Emanuele Belgeri, portando l’attenzione dei ragazzi sul tema della crescita personale, oltre che su come affrontare la paura.

Emanuele Belgeri

La paura è un emozione primaria, provocata da una situazione di pericolo, che può essere reale,o prodotta dalla fantasia, dai pensieri di un individuo; Emanuele spiega come l’uomo abbia comunque la possibilità di scegliere come agire, scegliere praticamente se avere paura o meno, naturalmente se una situazione lo permette.

Ha trattato quindi il tema della gestione dei pensieri, di  come noi uomini possiamo scegliere cosa pensare, condizionando  quindi i nostri pensieri, ad esempio in una situazione di pericolo possiamo intravedere un finale favorevole.

Per quanto riguarda l’integrità , ha spiegato ai ragazzi quanto sia importante fare effettivamente ciò che si dice, oltre a spronarli sul fatto di credere doverosamente in sé stessi, senza aspettarsi l’approvazione altrui per quanto da loro fatto.

Infine è intervenuto l’imprenditore Giovanni Pastorino, che ha raccontato la storia della sua azienda,la DELTACALOR,  nata a metà degli anni novanta e diventata nel 2002 una realtà industriale all’avanguardia.

L’ingegnere Giovanni Pastorino

L’azienda  situata nel calolziese, produce e commercializza radiatori, scaldasalviette tecnologicamente innovativi e di design.

L’ing. Pastorino partendo da un’idea intelligente di unire utilità e design, ha riscontrato un gran successo a livello territoriale, nazionale e soprattutto internazionale, riuscendo a far conoscere il proprio prodotto in giro per il mondo.

Non si è potuto fare a meno di trattare l’argomento del momento il “COVID-19”, che da qualche settimana ha sconvolto l’ordinario, preoccupando notevolmente gli imprenditori come l’ing. Pastorino, che ha espresso tutto il suo timore per la situazione venutasi a creare, raccomandando ai ragazzi di tenere duro, di impegnarsi in ciò che fanno il più possibile anche in una situazione di difficoltà come questa.

Un ringraziamento speciale ad Alessio Sperlinga ed Emanuele Belgeri, che malgrado la situazione hanno portato ai ragazzi una lezione utile al loro futuro, trattando temi in modo efficace, con il loro ormai solito entusiasmo.

Un ringraziamento va poi sicuramente all’ing. Giovanni Pastorino, per aver portato la propria testimonianza imprenditoriale ai partecipanti, oltre ad un’importante riflessione sulla situazione attuale in Lombardia e più in generale ormai in tutto il mondo.

Il Master Lecco 100 non si ferma…

Davide Riganelli

Lezione del 21 febbraio- La comunicazione interpersonale – conoscere se stessi e gli altri attraverso le neuroscienze.

LA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE E LA TRIPARTIZIONE DEL CERVELLO, venerdì 21 febbraio

L’incontro di venerdì 21 febbraio, tenuto dalla Dott.ssa Gabriella Vigo, esperta di comunicazione interpersonale, coach e trainer, è volta a conoscere quello che è l’ampio mondo che ruota intorno alla comunicazione.

La docente Gabriella Vigo

La Dott.ssa Vigo esordisce con una domanda semplice, ma allo stesso tempo efficace, “Che cos’è per voi la comunicazione?” E fissa tre punti chiave prima di cominciare la lezione:

1.chi sono io e qual è il mio stile relazionale

2.cosa mi aspetto dalla giornata in positivo 

3.cosa non vorrei accadesse

Dopo un primo momento di imbarazzo generale, i ragazzi hanno cominciato ad aprirsi, regalando ognuno una splendida panoramica di se stessi.

Da qui la parola è passata alla Dott.ssa, che ha finalmente introdotto il tema della mattinata, la comunicazione interpersonale:

Nel corso della mattinata si è parlato appunto di comunicazione interpersonale, dei problemi che spesso accomunano le persone quando si tratta di comunicare, di come capire quale tipo di linguaggio sia meglio utilizzare in una determinata situazione, interfacciandosi con una determinata persona.

La comunicazione ha una parte di contenuto(cosa) ed una di relazione(come), è importante sapere quando si tratta di comunicare, che, la parte verbale influisce in minima parte, rispetto a quanto influisca la voce e quindi il tono, il volume, ecc… oppure ancor di più la comunicazione non verbale, quindi postura, gesti, sguardi, ecc…

Esistono diverse fasi della comunicazione, dalla nascita di un’idea alla traduzione in parola, fino al ricevimento di un feedback da parte del destinatario. Il feedback è importantissimo, in quanto la comunicazione deve essere prima di tutto utile ed efficace; occorre mettersi sempre in discussione e se necessario, riformulare quanto appena esplicato.

Ci sono poi fattori come il luogo, il contesto e l’abbigliamento (quest ultimo strettamente collegato ai primi due), che giocano un ruolo decisivo quando si tratta di una relazione comunicativa.

L’incontro è proseguito con un accenno alle neuroscienze, con una spiegazione semplificata della tripartizione delle aree all’interno del cervello umano:

  • RETTILIANO : istinti, sensazioni
  • LIMBICO  : pensieri , capacità di linguaggio, affetti, coinvolgimento, praticictà
  • CORTICALE: capacità di analisi, ragionamento, coscienza di sè

Esistono poi i due Emisferi (il destro e il sinistro):

  • l’emisfero sinistro si contraddistingue per la Logica e il Rigore,
  • quello destro per la ricerca dell’Insieme e la capacità di Sintesi.

Essi sono a loro volta divisi in 4 diverse quadranti:

  • Limbico Sinistro   – rigore e organizazione – Organizzativo
  • Limbico Destro    – apertura umana – Partecipativo
  • Corticale Sinistro   – rigore e ragione – Direzionale
  • Corticale Destro   – apertura al mondo – Creativo

Tramite un questionario i ragazzi hanno potuto capire quale aree del cervello avessero sviluppato maggiormente  ed  è stato da subito chiaro quanto essi fossero diversi l’uno dall’altro, chi più organizzativo, chi più creativo, chi preferisce stare insieme ad altre persone e chi invece preferisce la solitudine quando si tratta per esempio di lavorare.

Gabriella è stata chiara, nessuno può definire il modo di ragionare di un’altra persona sbagliato, poiché ciò che contraddistingue l’uomo è l’unicità di ogni singolo individuo.

Abbiamo poi fatto un gioco, in cui ci è stato chiesto di dividerci all’ interno dei quattro quadranti e di pensare a qualcosa che ci sarebbe piaciuto acquisire dalle capacità di chi stava nel quadrante opposto ed è stato interessante vedere quanto le persone si rendessero conto di quelli che sono effettivamente i loro comportamenti abituali.

I ragazzi si posizionano nei quadranti che meglio rispecchiano le loro caratteristiche.

L’incontro si è chiuso con la visione di due spezzoni di film, in cui emergevano, nei comportamenti dei protagonisti, le quattro caratteristiche (Direzionali, Creative, Partecipative e Organizzative).

Mai prima della lezione qualcuno avrebbe pensato che erano semplicemente persone che ragionavano tramite diverse aree del cervello, questo ci ha portato a riflettere.

Infine, ci ha proposto un video divertentissimo, che testimonia quanto il nostro cervello possa essere flessibile per adattarsi e riadattarsi alle più diverse circostanze, anche insolite e inaspettate.

Un grande ringraziamento alla Dott.ssa Gabriella Vigo, che con entusiasmo ha trasmesso le proprie conoscenze a noi ragazzi in merito alla comunicazione, aprendoci ad una visione più completa del mondo e delle persone circostanti.

Davide Riganelli

SONO APERTE LE ISCRIZIONI AL 10° MASTER LECCO100

Sono aperte le iscrizioni al 10° Master Lecco100.

Il Tema del Master sarà : La Responsabilità

La responsabilità è l’effetto del nostro essere attori agenti nel mondo. Purtroppo alla grande capacità creativa umana non corrisponde una capacità di prevedere le conseguenze delle nostre creazioni e quindi il tema della responsabilità ha una declinazione globale, per l’ambiente, l’economia, la società umana.

PRESENTAZIONE MASTER 2020 Scarica la presentazione

Social Responsibility Reliability Dependability Ethics Concept

11 maggio – sicurezza informatica

L’argomento della mattinata di sabato 11 maggio è la sicurezza informatica. A chiarirne molti aspetti e a confrontarsi con i ragazzi sul tema è l’esperto di informatica del Master Lecco100, Alessio Sperlinga.

La mattinata si apre con una riflessione: la rete, che ormai tutti conoscono e in cui molti navigano quotidianamente, è nata ed è giustamente percepita come uno spazio libero e come uno strumento che ha permesso a chiunque avesse una connessione di accedere al sapere. Ma Internet è davvero uno spazio consacrato alla libertà o, in realtà, c’è il rischio di subire condizionamenti con il suo utilizzo?

In un’epoca in cui la costruzione dell’identità è un tema essenziale, non si può non tenere conto di come l’identità “online” che ognuno ha, perché la costruisce da sé o perché gli viene attribuita, spesso non corrisponda esattamente all’identità reale. Da un lato, non si ha mai la certezza che le persone con cui si interagisce su Internet siano quello che sembrano o che dicono di essere; dall’altro, a causa del sempre più sfrenato uso della profilazione, i nostri comportamenti online vengono analizzati e trasformati in dati. È come se si fosse passati dalla convinzione del “io sono quello che dico che sono” all’incubo del “io sono quello che Google dice che sono”. La nostra libertà viene quindi di fatto ridotta ed espropriata per logiche di sicurezza e di mercato.

Il nostro attaccamento alla tecnologia, inoltre, ci porta a stabilire un rapporto di profonda dipendenza dagli oggetti che ci permettono di restare sempre connessi, tanto che, se per caso dovessero rubarci il cellulare, sentiremmo di aver perso un pezzo della nostra identità.

Queste circostanze fanno sì che chiunque usi la tecnologia sia esposto a dei rischi. Senza essere fatalisti e pensare subito alle drammatiche conseguenze di un eventuale furto di identità, il fatto che i nostri dati, nel momento in cui si utilizza la rete, non siano al sicuro è una realtà che non può essere ignorata.

È per questo che, come spiega Alessio Sperlinga, è auspicabile avere un atteggiamento prudente quando si tratta di svolgere attività in rete e fornire i nostri dati. L’informatico consiglia ai ragazzi del Master di adottare alcuni accorgimenti, per arginare e limitare le invasioni della privacy e, di fatto, la limitazione della libertà personale.

Per cominciare, in luoghi potenzialmente presidiati, sarebbe bene prestare attenzione a quello che si dice e parlare pensando di essere ascoltati, poiché potrebbero esserci dei microfoni che registrano i temi di cui parliamo e le opinioni che esprimiamo.

Un altro consiglio riguarda l’uso degli strumenti di pagamento: quando si effettua un pagamento online è infatti consigliabile usare solo carte ricaricabili, e non carte di credito per via della tracciabilità delle operazioni svolte con quest’ultime.

Ambito che è forse di maggior interesse per i ragazzi del Master è quello relativo alla gestione dei profili social. Questi profili sono infatti profondamente personali e può capitare, specialmente nelle ore serali, come è stato dimostrato da alcuni studi, di scrivere cose più intime che, una volta pubblicate e condivise, rimangono nella rete per sempre. Particolare attenzione si dovrebbe prestare, in questo caso, anche alla condivisione di dati sensibili come il sesso, le opinioni politiche e sindacali, l’appartenenza religiosa; tutte informazioni che, guarda caso, la maggior parte dei social media ci invitano ad inserire non appena cerchiamo di creare un profilo.

La costruzione della propria web reputation sui profili social è cosa delicata, poiché è ormai risaputo che molti selezionatori, durante il momento di scelta dei candidati migliori per determinate posizioni lavorative “sbirciano” i profili social e tendono a classificare i candidati sulla base dei post e delle foto condivise. È per questa ragione che, nel caso si abbiano passioni particolari o interessi curiosi, è consigliabile creare vari canali in cui creare post relativi, e condividere poi questi post sulla propria bacheca dal canale, in modo da evitare di essere identificati unicamente con i propri hobby e interessi privati “a prima occhiata”.

Alessio suggerisce inoltre di fare attenzione anche alle app che si scaricano e si acquistano, poiché spesso richiedono autorizzazioni per accedere ad informazioni di altre app come la rubrica, la galleria del telefono, ecc., che non sempre risultano necessariamente connesse al funzionamento dell’app scaricata. Per quanto riguarda invece la protezione della propria privacy, è consigliabile avere delle password per ogni app, richieste all’apertura. Se siamo a corto di fantasia, la tecnologia ci viene ancora una volta in aiuto: esistono infatti al giorno d’oggi dei generatori di password, che ci permettono di non cadere nella (purtroppo affascinante) trappola di usare la stessa password per tutti gli account. Se questo infatti può sembrare molto comodo, in realtà ci espone ad innumerevoli rischi.

Un altro accorgimento che si può adottare per proteggere i propri dati e documenti è quello di ricorrere alla crittografazione, scaricando appositi programmi che consentano di proteggere i nostri dati, chiedendo una password al momento dell’accesso. Questa tecnica è molto utile anche per salvare eventuali liste di password utilizzate per diversi account, e che altrimenti ci dimenticheremmo: sarà possibile per noi averle sempre a portata di mano, ma sarebbe difficilissimo per un estraneo raggiungerle, se protette da crittografazione.

È molto importante, inoltre, fare un back up abituale dei propri dati e documenti, per evitare di esporci ai rischi di perdita e danneggiamento dei nostri file. Da ultimo, ma non per importanza, è essenziale dotarsi di un buon antivirus, da installare su tutti i nostri dispositivi elettronici.

Dopo tutti questi utili consigli, non ci resta che metterli in pratica per fare un uso consapevole della rete!

Arianna Scaglia

10 maggio educarci è una cosa seria – testimonianze di imprenditori

Educarci è roba seria

La giornata di venerdì 10 maggio ha avuto come tema principale l’educazione, che è una cosa molto seria e in seguito le testimonianze di imprenditori ed attori del territorio lecchese.

La mattinata è iniziata con l’intervento del vulcanico Johnny Dotti: scrittore, educatore, imprenditore sociale, pedagogista, docente dell’università Cattolica di Milano e della SEC.

È da molti anni impegnato nel “terzo settore” a livello nazionale ed europeo, lui stesso ha affermato di vivere in una comunità di famiglie con figli adottivi al seguito.

Ha scritto diversi libri tra cui appunto: “Educarci è roba seria”. Johnny affronta il tema dell’educazione dove, secondo la sua opinione, è una competenza dell’uomo e non imputabile meramente alla scuola o alla famiglia.

La differenza che caratterizza l’uomo dagli altri esseri viventi è la tempistica dell’educazione, infatti, essa richiede molto più tempo.

Applicando questo concetto al lavoro, senza una dimensione educativa, è molto difficile dirigere un’impresa o i propri collaboratori.

Nella fase educativa molto spesso si commettono degli errori: nel rapporto padre-figlio in cui il primo cerca di proiettare i suoi sogni su quest’ultimo, senza dargli modo di sviluppare i propri.

L’educare oltre che essere un compito molto arduo non da mai un risultato certo, rimane sempre un mistero.

I tre principi cardine nell’educazione sono:

  • Attesa
  • Essere pazienti
  • Appassionarsi

Dopo una breve introduzione attraverso la pubblicità che ai giorni nostri è rivolta a un gruppo di persone (sharing, condivisione) ecc. a differenza del passato, dove si focalizzava sul singolo individuo (tutto intorno a te).

Siamo giunti a trattare il tema della comunità, instaurata sin dai tempi dei primitivi che svolgevano le varie attività insieme per raggiungere un fine comune.

Tra i vari progetti molto cari al Docente ci sono gli oratori, intesi non solo come luoghi di formazione alla vita cristiana ma vere e proprie “piccole imprese”. Il lavoro va sperimentato sin da giovani, tramite piccoli lavoretti in grado di apportare un beneficio alla collettività e dare loro autonomia, afferma Johnny. Ai giorni nostri, molto spesso, i ragazzi dopo essersi laureati entrano nel mondo del lavoro sognando lavori iperspecializzati in posizioni manageriali che difficilmente si realizzano. Questo “modello” è ben spiegato in un altro suo libro: “Oratori generatori di speranza” che ha preso piede in alcune zone della bergamasca e della bassa bresciana.

Un altro progetto riguarda invece l’aggregazione di persone di varie fasce d’età e problematiche sociali (giovani, anziani, disabili). Secondo la sua opinione è sbagliato separarli tra loro e metterli in luoghi chiusi o strutture specializzate. Bisogna unirli tra loro come ad esempio a Milano: giovani con difficoltà nel pagare appartamenti, ospitati a casa di anziani per farsi compagnia tra loro, senza dover per forza essere i loro badanti.

Il primo ospite del pomeriggio, per il ciclo “Gli imprenditori si raccontano” è stato Monsignor Davide Milani, prevosto di Lecco.

La storia di Don Davide è stata molto curiosa: originario di Valgreghentino inizia a lavorare sin da quattordici anni presso una galvanica della provincia, dove afferma di aver imparato l’importanza del lavoro. In seguito ricopre diversi ruoli lavorativi in aziende del lecchese, tra cui anche per la Airoldi & Belgeri.

Nel 2001 diventa prete e per dodici anni è responsabile dell’ufficio comunicazioni sociali della Diocesi di Milano e portavoce di 3 arcivescovi: Tettamanzi, Scola e Delpini. Attualmente è il nuovo prevosto di Lecco.

Ci ha invitato a perseguire le cose che ci infiammano da dentro e ci danno un senso, come se fosse la nostra “chiamata”. Prestare attenzione, ascoltare le parole e i consigli dei nostri amici o delle persone che ci vogliono bene, è stato un altro suggerimento che ci ha dato nel corso della lezione.

La seconda ospite della giornata è stata l’architetto Mary Dossi, ex corsista del Master Lecco 100.

Laureata in architettura ha un suo studio in città con diversi collaboratori. Sin da subito si denota essere una ragazza molto solare, sempre con il sorriso stampato sulle labbra ma allo stesso tempo molto determinata a raggiungere i suoi obiettivi. Mary ci confida che, grazie al Master, ha capito che persona Non sarebbe voluta diventare.

Ha persino rinunciato a un’importante offerta di lavoro nel più prestigioso studio di architettura di Milano pur di essere una persona felice.

Il Master le è servito inoltre per renderla una persona e professionista migliore, facendole capire come le relazioni apportino un contributo importante per raggiungere la felicità interiore.

Il volontariato e il rendersi utile agli altri sono ottimi aggregatori sociali, afferma Mary, essendo lei stessa volontaria e organizzatrice di eventi sportivi nella città di Lecco.

Come ultimo ospite è stato il turno di Sergio Bartesaghi, imprenditore della utensileria Franco Bartesaghi di Merone, operante nel settore meccanico,

Sergio Bartesaghi con Angelo ed Emanuele Belgeri, nel 2010 hanno aderito tra i primi, alla nascita del gruppo TechnoTradeGroup® dedito alle forniture industriali. Entrambe le loro società fanno parte di questo gruppo che ne conta attualmente 44, sparse sul territorio nazionale e che ha sviluppato il proprio marchio Ttake.

Questo esempio dimostra come una sana collaborazione tra i vari attori in gioco sia notevolmente migliore e prolifica, rispetto a una concorrenza spietata, dove a rimetterci, sono tutti.

Ci ha elencato una serie di fattori, da utilizzare soprattutto in merito alle decisioni cruciali da prendere, quali:

  • Condivisione
  • Aggregazione
  • Informazione
  • Passione

Alla prossima puntata!!!

Andrea Sarcinella