Archivi tag: Linkedin

LINKEDIN E LA GESTIONE DELLA PAURA

La settima giornata di master è stata contraddistinta da due argomenti di carattere sociale: l’uso di LinkedIn per la promozione di se stessi e la Gestione della Paura.

Dopo una breve introduzione sui rapporti tra individui nella società moderna, evidenziando le differenze tra le interazioni nel mondo reale e in quello virtuale, Alessio Sperlinga ci ha presentato il concetto di Personal Branding. Cosa significa? In due parole: l’arte di farsi scegliere dal cliente. In altri termini, indica una serie di tecniche atte a manipolare l’immagine che traspare di noi sul Web, al fine di guadagnare followers e di renderci maggiormente professionali e credibili agli occhi di clienti e potenziali collaboratori.

“Ogni «verità» per essere creduta necessita di essere trasmessa in maniera persuasiva.”

– Giorgio Nardone

Di privacy e social networking se ne è già parlato ampiamente nella precedente lezione, ma in questa sessione mattutina abbiamo concentrato l’attenzione sullo strumento di personal branding online per eccellenza, LinkedIn. Nato qualche anno prima dei giganti Twitter e Facebook, LinkedIn si è attestato fin da subito come il social network professionale per eccellenza. Se il tuo scopo è quello di trovare un lavoro, contattare potenziali clienti o semplicemente promuovere te stesso, LinkedIn è il posto giusto per farlo.

Strutturato essenzialmente come qualsiasi altro social, LinkedIn misura la qualità del nostro profilo non in base al numero di contatti ma al numero di referenze ottenute e dai contenuti pubblicati. Se sei particolarmente esperto in un ambito e i tuoi contatti possono confermarlo, potrebbero scrivere una buona segnalazione su di te e consigliarti ad altrettanti utenti entro la loro cerchia.

“Le parole insegnano, gli esempi trascinano. Solo i fatti danno credibilità alle parole. ”

– Agostino d’Ippona

 Si potrebbe altresì pubblicare, con intervalli regolari, contenuti che possano essere d’interesse per i propri contatti (scegliendo argomenti opportuni che non possano essere reputati offensivi).

Questo permette di accrescere l’efficacia del profilo (mostrata da un apposito indicatore in bacheca), andando tutto a vantaggio della nostra immagine.

Ma come realizzare un profilo efficace? In linea di massima, sono necessari 5 accorgimenti:

  1. COSTANZA: Riservare almeno 15 minuti al giorno per controllare il  profilo ed eventualmente arricchirlo con nuove informazioni.
  2. DISABILITA GLI AGGIORNAMENTI: Appena creato il profilo, LinkedIn inoltra  in modo automatico i nostri aggiornamenti di stato alla nostra cerchia di contatti. Per evitare di sembrare invadente, è consigliabile disabilitare l’opzione Vuoi informare la tua rete? prima di effettuare modifiche.
  3. PERSONALIZZA L’INDIRIZZO: Esattamente come ogni sito internet, anche il nostro profilo ha il suo indirizzo. Per essere più facilmente raggiungibili, è consigliabile personalizzarlo, ad esempio sostituendolo con il nostro nome.
  4. ISCRIVITI AI GRUPPI: Come accade su altri social, su LinkedIn è possibile seguire dei gruppi (una sorta a di mini-forum) in cui persone con gli stessi interessi si iscrivono e condividono la propria conoscenza.
  5. MANTIENI VIVO IL PROFILO: Esattamente come in un blog, se non pubblichiamo nulla di nuovo per parecchie settimane rischiamo di far perdere totalmente interesse verso il nostro profilo. E’ consigliabile pertanto postare un nuovo contenuto almeno 1 volta a settimana.

Ci è stato inoltre mostrato, in chiusura della mattinata, come sia possibile sfruttare strumenti proprietari come LinkedIn Resume Builder o altri di terze parti per realizzare un completo Curriculum Vitae basato sulle informazioni contenute nel nostro profilo.

Insomma, ad oggi LinkedIn è diventato uno strumento imprescindibile per chi nella rete, ma anche nel mondo reale, voglia investire su se stesso e mostrare una buona immagine di sé.

Nella parte pomeridiana dell’incontro abbiamo invece trattato la paura: cos’è, come funziona, come si affronta.

La paura è quel meccanismo ben noto a cui noi tutti, più o meno inconsciamente, facciamo ricorso ogni volta che la nostra mente associa una data situazione ad un pericolo, sia esso reale o immaginario. In natura ci permette di sopravvivere, ci tiene lontani dalle situazioni sconosciute e potenzialmente letali, ma nella quiete delle nostre vite può divenire un ostacolo, se non opportunamente gestita. Abbiamo visto come in casi specifici ed estremi, un carico eccessivo di paura possa addirittura sfociare in gravi disturbi come nevrosi e acuti attacchi di panico.

Come affrontare nel modo giusto, quindi, la paura? Per poter rispondere bisogna prima comprendere il meccanismo che la genera. Ci è stato mostrato come nel cervello, lo stimolo esterno venga elaborato dall’amigdala, a livello sub-conscio, rilasciando dopamina e adrenalina, per poi innescare una reazione di combattimento, fuga o più in generale uno stimolo ad agire.

Già secoli fa la potenza di questo processo fu riconosciuta e sfruttata nella strategia militare. Nel celebre libro L’Arte Della Guerra, Sun Tzu indica come sfruttare la paura della morte per sovrastare il nemico o stimolare il proprio esercito a combattere fino alla fine.

“Porta i tuoi uomini su posizioni elevate senza via d’uscita, e vedranno la morte: pronti a morire, cosa non riusciranno a fare? È nelle situazioni disperate che ufficiali e soldati dimenticano la paura e danno il meglio di sé. “

-Sun Tzu, L’Arte Della Guerra

 Ora che sappiamo, in linea di massima ,come la paura agisce, qual’è il modo migliore di combatterla? Innanzitutto non ignorandola, sarebbe uno sforzo inutile, poiché non è possibile evitare le emozioni. Bisogna tenere da conto è completamente frutto delle nostre elaborazioni cerebrali e potrebbe non esservi una reale situazione d’emergenza dal quale scappare ma soltanto una nostra presunzione, ma non è un buon motivo per tentare di reprimerla. La paura va accettata e sfidata.

“Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno.”

– Martin Luther King Jr.

Per fare un esempio, una delle paure umane è quella del cambiamento, vedere la propria vita e le proprie abitudini stravolte da un momento all’altro, può essere affrontata efficacemente nel modo seguente:

  • Rendersi conto del cambiamento
  • Non subirlo, lasciare che la paura ci attraversi
  • Accettare il cambiamento
  • Guidarlo

Così come nel business abbandonare le proprie convinzioni e cedere al cambiamento permetta alle imprese di non fallire, nella quotidianità ci aiuta a superare nel modo migliore i problemi che inevitabilmente ci si pareranno davanti.

Un’ulteriore esempio utile a comprendere il corso della paura è il modello elaborato della psichiatra svizzera Elisabeth Kübler Ross, le famose 5 fasi dell’elaborazione del lutto.

  1. Rifiuto
  2. Rabbia
  3. Negoziazione
  4. Depressione
  5. Accettazione

Ancora una volta, il “punto d’arrivo” è l’accettazione. Passando per le altre fasi, il cui ordine può variare, si finirà sempre e comunque con il rendersi conto che l’unico modo per superare completamente il lutto sia quello di guardare in faccia la realtà e ammettere l’esistenza del fatto, poi lavorare sodo per ritornare alla normalità.

Riassumendo: qualunque sia il problema alla radice della paura, per quanto possa essere grave, banale, reale o immaginario, la soluzione è accettare la sua esistenza e agire, sfidarlo, per porvi rimedio.

Prima di chiudere:

“Sono più le cose che ci spaventano che quelle che fanno effettivamente male, e siamo travagliati più per le apparenze che per i fatti reali.”

– Seneca

Mattia Moneta

 

 

 

 

 

 

Ospiti dagli enti del territorio e introduzione all’uso di Linkedin

Emanuele_GiacomelliLa mattinata è stata aperta dall’intervento di Emanuele Giacomelli sulle attività e i progetti che vedono l’Istituto Don Guanella protagonista sul nostro territorio nell’aiutare tanti ragazzi che non hanno il supporto delle famiglie nella loro crescita, in particolare l’Istituto è specializzato nel seguire i minori che hanno in carico pendenze penali attraverso un percorso di rientro nella legalitá con lavori che permettano loro di essere autonomi e di conseguire le proprie aspirazioni.

Emanuele ha spiegato le sempre maggiori difficoltà legate ad un contesto sociale dove la crisi ha aumentato i casi di bisogno a fronte di un impegno pubblico che non supporta più i progetti del Don Guanella come in passato, tanto che hanno dovuto chiudere un servizio di aiuto diurno.

Rispondendo a domande dei ragazzi ha spiegato come ora per lavorare in contesti come il Don Guanella siano richieste figure altamente professionali con lauree specifiche ed un lungo tirocinio nel quale sono sempre ben viste esperienze come il Servizio Civile

Polizia_di_StatoL’intervento successivo ha visto come protagonisti l’Aiuto Capo Marzia de Andreis e il Sovraintendente Pietro Aiello, responsabili della Polizia di Stato per la diffusione di una cultura della legalità nelle scuole lecchesi e per la prevenzioni dei rischi e dei pericoli specifici del territorio nel quale si studiano le situazioni di rischio. In particolare Marzia De Andreis ha spiegato il contenuto del progetto “Un poliziotto a scuola”, rivolto alle scuole primarie di primo e secondo grado ed alle scuole superiori.

Per le scuole elementari il tema è la prevenzione del bullismo e viene comunicato attraverso la valorizzazione degli aspetti positivi delle attività che la Polizia di Stato offre alla comunità.

Per le scuole media il problema si estende anche al cyberbullismo perché i ragazzi in queste età hanno accesso a strumenti che li portano su Internet e l’obiettivo è renderli consapevoli che certe attività sono reati, posto che sotto i 14 anni sono ancora i genitori a rispondere delle azione dei loro figli.

L’evidenza purtroppo dimostra che alle superiori i ragazzi vengono spesso abbandonati a se stessi in queste attività e le conseguenze delle loro azioni ricadono prevalentemente sotto i reati penali e quindi la formazione della Polizia riguarda le conseguenze delle azioni illegali.

Il progetto Davide è relativo alla pedopornografia ed agli abusi sessuali su minori e viene svolto attraverso incontri programmati con i presidi.

Csristina_pedrettiCristina Pedretti, ex allieva di Lecco 100, ha chiuso la mattinata raccontando la sua esperienza degli ultimi cinque anni, in particolare tutto quello che faceva prima e durante il Master Lecco 100 del 2013 e tutto quello che le è successo dopo, in una piccola epopea personale che si è concretizzata in un percorso di carriera molto rapido all’interno della Fondazione Clerici per la quale oggi segue i progetti culturali, i bandi sociali europei e la digitalizzazione di tutti gli istituti.

Gli aspetti più interessanti sono emersi dalle domande che gli allievi attuali hanno fatto a Cristina e che danno il vero valore aggiunto delle testimonianze degli ex-allievi: la possibilità di confrontarsi con persone che sono molto vicine per età e sono già passate al livello successivo: sapere come hanno fatto, che risultati hanno ottenuto, a cosa hanno dovuto rinunciare e quali aspettative li hanno ispirati sono le curiosità principali.

Cristina ha poi espresso attraverso alcuni aneddoti le difficoltà nell’introdurre la digitalizzazione nella scuola, sia con gli insegnanti che con gli allievi e come gestire la partnership con enti esterni , in questo caso con Apple. L’entusiamo che la contraddistingue si è poi rivelato nel racconto delle sue attività di studio, fra cui un master sulle tecnologie digitali per la didattica che sta frequentando in questi mesi, e le attività di volontariato culturale come ad esempio la valorizzazione del Monastero del Lavello di Calolziocorte.

Nel pomeriggio i ragazzi hanno potuto conoscere Linkedin, il più diffuso social network professionale del mondo. Il percorso è stato quello della creazione di un profilo a partire da un obiettivo come la ricerca di lavoro e il tempo, le attività e i risultati che se ne possono trarre. Il tutto è stato poi messo in relazione con eventuali altre informazioni personali che potrebbero essere presenti su Internet, ad esempio in Facebook, e come gestire la propria immagine online.

Imprenditori in Aula e lezione su come creare un profilo Linkedin

La giornata è iniziata con un intervento vivace e motivato di Fabio Valtorta, assicuratore con venti anni di esperienza sulle spalle che ha esordito spiegando i motivi per i quali le assicurazioni svolgono una funzione sociale nel settore della previdenza e sfidando i giovani a trovare un modo di fare marketing su questo argomento presso i loro coetanei, provocando un dialogo intenso e a volte conflittuale dal quale i giovani e lui stesso hanno imparato molto.Fabio Valtorta

 

Luca Negri, giovane psicologo e prossimo laureando in pedagogia, ha raccontato con grande carisma come ha scoperto la sua passione nell’accompagnare i ragazzi ospiti dell’Istituto Don Guanella di Lecco , nei percorsi di recupero affidati dal tribunale dei minori con l’obiettivo di creare gli elementi per un’esistenza futura sostenibile.

Luca NegriMomenti di storia personale alternati ad aneddoti su casi reali hanno coinvolto i giovani mostrando loro il volto migliore della solidarietà civile ed umana che vive in questa professione .

Infine, con l’energia che da sempre lo contraddistingue, Davide Pozzi, direttore generale di SECO tools Italia, ha mostrato il funzionamento ed i meccanismi interni di una multinazionale di 50.000 persone del mondo ed in particola della sede italiana da lui diretta con circa 150 persone. Con precisione, velocità e professionalità sono sfrecciati numeri e storia delle trasformazioni degli ultimi anni, per finire con domande e risposte , anche personali, che hanno regalato ai ragazzi un’idea di cosa voglia dire vivere questo tipo di professione in un contesto multinazionale.Davide Pozzi

 

Il pomeriggio ha visto gli allievi e gli ospiti provenienti da Informagiovani e dai precedenti master, introdotti agli elementi necessari per creare un’identità positiva su Internet, in particolare sul social network professionale Linkedin, il più usato in Italia vedi http://www.slideshare.net/ALESPE/creare-un-profilo-personale-su-linkedin

Il master 2014 prevede che le giornate dedicate agli imprenditori nel pomeriggio abbiamo sempre un tema tecnico/pratico dedicato ad Internet o a monografie come ad esempio la comunicazione di genere.

 

Giovani e Over 40: una giornata di Solidarietà Intergenerazionale

mix immagineVenerdì 5 luglio 2013 ha visto la luce un evento che rappresenta un’assoluta novità sul territorio lecchese: due diverse generazioni hanno collaborato per una causa comune, senza competizione o rivalità, ma mettendo a disposizione le proprie competenze in base ad un ideale di assoluta gratuità. E così, presso il Palazzo Falk di Confcommercio Lecco, i giovani talenti del Master Lecco100 hanno allungato una mano a favore degli Over 40 in cerca di ricollocazione professionale: i ragazzi hanno messo a disposizione le proprie capacità informatiche per creare o perfezionare i profili Linkedin di chi è pronto a rientrare nel mondo del lavoro. Tutto ciò perché ad oggi Linkedin, Social Network orientato allo sviluppo di contatti professionali, è sempre più usato dalle aziende per la ricerca di personale.

Questo evento, chiamato per l’appunto Solidarietà Intergenerazionale, ha avuto un’alta affluenza di partecipanti, segnale che, anche in un periodo di difficoltà, la condivisione porta sempre ad un vantaggio e rappresenta un valore su cui puntare. La giornata è stata suddivisa in due momenti. Dalla mattinata al primo pomeriggio i giovani talenti del Master Lecco100 si sono dedicati ai profili Linkedin degli Over 40 e nel contempo i partners dell’evento hanno diffuso materiale informativo e di supporto alla reintroduzione lavorativa. In seguito nel pomeriggio è stata organizzata una conferenza sul tema della solidarietà e dei Social Network.CONFERENZA

ANGELO BELGERILavorando sul territorio mi sono accorto che molte persone che hanno raggiunto i quarant’anni – ha aperto Angelo Belgeri, presidente di Lecco100e si trovano in difficoltà lavorativa nutrono risentimento verso i giovani perché in questo momento c’è tanta attenzione nei confronti della crisi occupazionale giovanile, ma nessuno pensa a chi giovane non lo è più. Noi crediamo che mettere insieme le forze sia fondamentale e da qui l’idea di creare una collaborazione tra due generazioni che, in diverso modo, hanno ancora tanto da dare”.

zaffaranoHa poi continuato Giuseppe Zaffarano, presidente dell’Associazione Lavoro Over 40La nostra associazione nasce dall’essere personalmente coinvolti nel problema della perdita del lavoro, che ognuno di noi ha vissuto almeno una volta nella vita. Oggi gli iscritti sono tanti e ciò testimonia l’importanza del nostro ruolo di accompagnamento e supporto. L’evento odierno testimonia che la solidarietà tra generazioni ha valore e deve essere aumentata”.

bonomiSono molti gli stereotipi che troviamo nel mondo del lavoro – racconta Chiara Bonomi, presidentessa dell’Associazione Unbreakfaste dobbiamo imparare a superarli: a 40 anni sono troppo qualificato per un lavoro, ma al contempo troppo vecchio. Se lavoravo in una grande azienda sono inadeguato per una piccola. Se ho perso il lavoro è perché me lo merito. Lo stipendio che richiederò a quarant’anni sarà un costo troppo alto per una nuova azienda. Basta! È ora di unire le due generazioni, combattendo da dentro gli stereotipi che rovinano la nostra società”.pastore

Claudio Pastore, ideatore del progetto 5020, ha poi presentato un’idea di assoluta innovazione “Noi vogliamo unire due generazioni per avviare  una start up che sfrutti la competenza dei cinquantenni e l’innovazione dei ventenni. Questo patto intergenerazionale vuole trasformare frustrazione ed incertezza in un potenziale per la società”.

ostidichI manager, giovani o meno che siano, devono imparare a cavarsela – parla Mario Attilio Ostidich, rappresentante di Federmanagerperché rispondono in proprio delle loro scelte, in particolare in questa crisi che sta facendo molte vittime nel settore. Utilizzare i Social Network dà una marcia in più: noi puntiamo ad un cambiamento di mentalità in cui si riesca a vivere la solidarietà tra generazioni”.

cecchinLa conferenza è stata chiusa dalle parole di Mons. Franco Cecchin, prevosto di Lecco: “La crisi odierna è soprattutto una crisi culturale. Per prima cosa dobbiamo imparare ad ascoltare, evitando quella chiusura mentale che limita l’incontro e lo scambio d’informazioni. Sfuggiamo all’egoismo e creiamo un contatto personale: questo permetterà di vivere al meglio l’incontro tra generazioni”. Il prevosto ha così aperto un ampio dibattito che ha coinvolto l’intera sala, dagli Over 40 ai giovani ed agli imprenditori presenti.

Dunque, un evento nato come una sfida ed una novità per il territorio ha portato a risultati più che positivi: l’Associazione Lecco100, organizzatrice dell’evento, e tutti i partners, Associazioni Lavoro over 40 e Unbreakfast, Confcommercio Lecco, agenzia per il lavoro UmanaFondazione Clerici, si sono detti soddisfatti dell’intera giornata.

Grazie a tutti per la partecipazione!

Conciliare le esigenze della famiglia con quelle del lavoro

Il professor Egidio Riva dell’Università Cattolica di Milano ha introdotto i ragazzi al tema della conciliazione famiglia lavoro.Attraverso una sercONCILIAZIONE_FAMIGLIA_LAVORO_LECCO_100ie di domande i ragazzi hanno espresso il loro punto di vista del problema, tipicamente considerato un problema femminile legato alla maternità.

Dopo aver raccontato le origini del problema e le normative che la comunità europea ha promosso il professor Riva ha espresso il problema in altri termini:

Che vantaggi possono trarre le aziende nell’adottare delle politiche attive per conciliare le esigenze delle famiglie dei lavoratori ?

 

EGIDIO_RIVA_LECCO100

I ragazzi hanno quindi lavorato insieme per predisporre un progetto aziendale per realizzare le politiche della conciliazione famiglia lavoro.

 

 

 

 

Per finire Alessio Sperlinga ha presentato il social network Linkedin e k’importanza di avere un’identità curata su internet, dove tutti cercano informazioni sugli altri, in particolare nei contatti di lavoro.