Lezione del 23 MARZO, LA FORMAZIONE DI GENERE

La lezione del 23 marzo ha riguardato la formazione di genere. Negli studi sociologici della nostra epoca, la distinzione della specie umana in generi (uomo e donna) sta trovando sempre più spazio rispetto alla tradizionale suddivisione in sessi (maschio e femmina). Infatti, se la divisione per sessi si concentra soltanto sulle differenze fisiche tra uomo e donna,quella per genere soprattutto sulle differenze comportamentali e psicologiche dall’origine ben fondata.

La distinzione in generi, secondo Schopenhauer, è un fatto naturale volto alla ricerca di un determinato equilibrio a garanzia della sopravvivenza e del sostentamento della specie.

In origine, infatti l’uomo era per natura dedito alla caccia e alla protezione del gruppo, mentre la donna alla cura dei membri più deboli (bambini e anziani); questa diversità di ruolo ha determinato lo sviluppo di una serie di differenze tra i due in merito di azioni, comportamenti, bisogni e scelte.

MODELLI NATURALI

Nell’uomo, l’attitudine alla caccia ha prodotto un atteggiamento nel complesso individualista.  Tendenzialmente, l’uomo preferisce parlare solo quando serve, privilegia la concentrazione e la puntuale suddivisione in ruoli nel gruppi di lavoro e identifica la realizzazione nel successo personale da cui trae  orgoglio.

La donna, al contrario, dovendo pensare alla cura della famiglia e dei più deboli, ha sviluppato in linea di massima un atteggiamento più sociale.  Preferisce il dialogo continuo,  privilegia la cura di ogni individuo e l’inter-scambiabilità dei ruoli all’interno del gruppo. La sua realizzazione richiede il riconoscimento e l’apprezzamento del  suo impegno sociale da parte del gruppo.

BISOGNI E SCELTE

Nel parlare di bisogni e scelte, sotteso è il riferimento alla piramide di Maslow, una scala ordinale (gerarchica) dei bisogni dell’individuo. Alla sua base sono presenti i bisogni fisiologici e di sicurezza necessari per garantire la sopravvivenza della persona su cui uomo e donna sostanzialmente non si differenziano; man mano che si sale si incontrano i bisogni più personali (di appartenenza, stima e autorealizzazione) che assumono valore differente in ciascuno di noi non solo in base al genere, ma anche in funzione di altri fattori, tra cui carattere e personalità.

UOMINI E DONNE: DUE PIANETI DIVERSI

 Per le differenziazioni viste precedentemente sembrerebbe che uomini e donne, a parte la specie, abbiano ben poco in comune. È la verità? Anche se accettassimo l’idea stereotipata per cui le donne vengono da Venere e gli uomini da Marte come si potrebbe garantire una convivenza armonica tra i due mondi? Non si può che rispondere ricordando che alla base di una qualsiasi pacifica e proficua convivenza ci sono sempre il dialogo e la comprensione, al di là dei possibili diversi approcci. Si dice  per esempio che gli uomini siano grandi parlatori e che ogni volta che prendono la parola lo facciano sempre per un motivo ben preciso. Quante volte si sente dire invece che le donne dialoghino molto poiché sentono il bisogno di esternare  sentimenti e turbamenti?

Anche per quanto riguarda la gestione dello stress,tendenzialmente si ritiene cheuomini e donne si comportano diversamente. Le donne, si dice,  tendono ad aprirsi e a condividere i propri problemi ritenendo che in questo modo sia più semplice trovare una soluzione. Gli uomini secondo le generalizzazioni più diffuse tendendo a chiudersi in se stessi e a cercare una valvola di sfogo al di fuori della famiglia. Le diversità d’approccio, che siano più o meno nette tra i due generi,  causano spesso incomprensioni. Per esempio, l’atteggiamento taciturno dell’uomo può far sentire la donna ignorata, mentre al contrario quello molto “social” della donna lo infastidisce l’uomo facendolo sentire troppo “pressato” dalle richieste di dialogo della compagna. Se a ragione  non condividiamo la rigidità viziata da stereotipo del modello presentato, non possiamo però non riconoscere che la diversità d’atteggiamento se non compresa genera misunderstanding. È sempre importante trascendere i propri schemi di riferimento e mettersi per quanto possibile gli occhiali dell’Altro per comprendere la sua visione del mondo.

CONCLUSIONE

La diversità ad ogni livello, tra uomo e donna, tra un IO e TU o tra un NOI e VOI, può causare incomprensioni e nei casi più gravi addirittura rotture relazionali. Per evitare che ciò si verifichi  è necessario innanzitutto parlarsi nel senso dell’ascoltare e del comprendere l’Altro. Imprescindibile è l’accettazione delle differenze di pensiero e comportamento, quando possibile nei limiti fissati dai diritti umani.

Anche se il divario tra uomo e donna fosse incolmabile in un’ultima istanza, non potremmo rinunciare  all’incontro ed alla relazione. Grazie all’amore, al sentimento ed alla comprensione, ognuno di noi è in grado non solo di accettare le differenze dell’altro ma addirittura di innamorarsene dopotutto “la natura non fa mai nulla per niente”.

BIBLIOGRAFIA: “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere” di John Gray

Denis Vaninetti