10 maggio educarci è una cosa seria – testimonianze di imprenditori

Educarci è roba seria

La giornata di venerdì 10 maggio ha avuto come tema principale l’educazione, che è una cosa molto seria e in seguito le testimonianze di imprenditori ed attori del territorio lecchese.

La mattinata è iniziata con l’intervento del vulcanico Johnny Dotti: scrittore, educatore, imprenditore sociale, pedagogista, docente dell’università Cattolica di Milano e della SEC.

È da molti anni impegnato nel “terzo settore” a livello nazionale ed europeo, lui stesso ha affermato di vivere in una comunità di famiglie con figli adottivi al seguito.

Ha scritto diversi libri tra cui appunto: “Educarci è roba seria”. Johnny affronta il tema dell’educazione dove, secondo la sua opinione, è una competenza dell’uomo e non imputabile meramente alla scuola o alla famiglia.

La differenza che caratterizza l’uomo dagli altri esseri viventi è la tempistica dell’educazione, infatti, essa richiede molto più tempo.

Applicando questo concetto al lavoro, senza una dimensione educativa, è molto difficile dirigere un’impresa o i propri collaboratori.

Nella fase educativa molto spesso si commettono degli errori: nel rapporto padre-figlio in cui il primo cerca di proiettare i suoi sogni su quest’ultimo, senza dargli modo di sviluppare i propri.

L’educare oltre che essere un compito molto arduo non da mai un risultato certo, rimane sempre un mistero.

I tre principi cardine nell’educazione sono:

  • Attesa
  • Essere pazienti
  • Appassionarsi

Dopo una breve introduzione attraverso la pubblicità che ai giorni nostri è rivolta a un gruppo di persone (sharing, condivisione) ecc. a differenza del passato, dove si focalizzava sul singolo individuo (tutto intorno a te).

Siamo giunti a trattare il tema della comunità, instaurata sin dai tempi dei primitivi che svolgevano le varie attività insieme per raggiungere un fine comune.

Tra i vari progetti molto cari al Docente ci sono gli oratori, intesi non solo come luoghi di formazione alla vita cristiana ma vere e proprie “piccole imprese”. Il lavoro va sperimentato sin da giovani, tramite piccoli lavoretti in grado di apportare un beneficio alla collettività e dare loro autonomia, afferma Johnny. Ai giorni nostri, molto spesso, i ragazzi dopo essersi laureati entrano nel mondo del lavoro sognando lavori iperspecializzati in posizioni manageriali che difficilmente si realizzano. Questo “modello” è ben spiegato in un altro suo libro: “Oratori generatori di speranza” che ha preso piede in alcune zone della bergamasca e della bassa bresciana.

Un altro progetto riguarda invece l’aggregazione di persone di varie fasce d’età e problematiche sociali (giovani, anziani, disabili). Secondo la sua opinione è sbagliato separarli tra loro e metterli in luoghi chiusi o strutture specializzate. Bisogna unirli tra loro come ad esempio a Milano: giovani con difficoltà nel pagare appartamenti, ospitati a casa di anziani per farsi compagnia tra loro, senza dover per forza essere i loro badanti.

Il primo ospite del pomeriggio, per il ciclo “Gli imprenditori si raccontano” è stato Monsignor Davide Milani, prevosto di Lecco.

La storia di Don Davide è stata molto curiosa: originario di Valgreghentino inizia a lavorare sin da quattordici anni presso una galvanica della provincia, dove afferma di aver imparato l’importanza del lavoro. In seguito ricopre diversi ruoli lavorativi in aziende del lecchese, tra cui anche per la Airoldi & Belgeri.

Nel 2001 diventa prete e per dodici anni è responsabile dell’ufficio comunicazioni sociali della Diocesi di Milano e portavoce di 3 arcivescovi: Tettamanzi, Scola e Delpini. Attualmente è il nuovo prevosto di Lecco.

Ci ha invitato a perseguire le cose che ci infiammano da dentro e ci danno un senso, come se fosse la nostra “chiamata”. Prestare attenzione, ascoltare le parole e i consigli dei nostri amici o delle persone che ci vogliono bene, è stato un altro suggerimento che ci ha dato nel corso della lezione.

La seconda ospite della giornata è stata l’architetto Mary Dossi, ex corsista del Master Lecco 100.

Laureata in architettura ha un suo studio in città con diversi collaboratori. Sin da subito si denota essere una ragazza molto solare, sempre con il sorriso stampato sulle labbra ma allo stesso tempo molto determinata a raggiungere i suoi obiettivi. Mary ci confida che, grazie al Master, ha capito che persona Non sarebbe voluta diventare.

Ha persino rinunciato a un’importante offerta di lavoro nel più prestigioso studio di architettura di Milano pur di essere una persona felice.

Il Master le è servito inoltre per renderla una persona e professionista migliore, facendole capire come le relazioni apportino un contributo importante per raggiungere la felicità interiore.

Il volontariato e il rendersi utile agli altri sono ottimi aggregatori sociali, afferma Mary, essendo lei stessa volontaria e organizzatrice di eventi sportivi nella città di Lecco.

Come ultimo ospite è stato il turno di Sergio Bartesaghi, imprenditore della utensileria Franco Bartesaghi di Merone, operante nel settore meccanico,

Sergio Bartesaghi con Angelo ed Emanuele Belgeri, nel 2010 hanno aderito tra i primi, alla nascita del gruppo TechnoTradeGroup® dedito alle forniture industriali. Entrambe le loro società fanno parte di questo gruppo che ne conta attualmente 44, sparse sul territorio nazionale e che ha sviluppato il proprio marchio Ttake.

Questo esempio dimostra come una sana collaborazione tra i vari attori in gioco sia notevolmente migliore e prolifica, rispetto a una concorrenza spietata, dove a rimetterci, sono tutti.

Ci ha elencato una serie di fattori, da utilizzare soprattutto in merito alle decisioni cruciali da prendere, quali:

  • Condivisione
  • Aggregazione
  • Informazione
  • Passione

Alla prossima puntata!!!

Andrea Sarcinella