SABATO 20 FEBBRAIO – LE BASI DELLA COMUNICAZIONE

Durante la mattinata di sabato 20 febbraio, Alessio Sperlinga ci ha introdotto al tema della comunicazione attraverso il format “THIS I BELIEVE”, raccontandoci in circa 5 minuti ciò in cui lui crede.

Alessio Sperlinga

This I Believe è stato un programma radiofonico condotto negli anni ’50 dal giornalista americano Ed Murrow. In 5 minuti, l’ospite, che poteva essere dal personaggio famoso all’uomo della strada, doveva leggere un breve testo sulle proprie motivazioni personali. Durante il percorso del Master ogni alunno dovrà fare lo stesso, cercando di comunicare con gli altri partecipanti nel modo più efficace possibile.

Comunicare è un’attività complessa e di fatto non esiste un manuale che descriva in modo certo le regole della comunicazione. Quale comportamento siamo tenuti ad adottare durante una conversazione? Quali sono i comportamenti che generalmente assumiamo, spontanei o strategici?

Tutti noi cerchiamo delle leggi non scritte nella comunicazione e negli stili comportamentali, cerchiamo qualcosa che funzioni e che possiamo assumere a ruolo di regola. Alessio ha dimostrato che tra due soggetti A e B si instaura sempre una comunicazione, anche qualora uno dei due restasse in silenzio (comunicazione non verbale) e questo perché A con il suo silenzio influenza automaticamente B, il quale tende ad assumere un certo atteggiamento nei confronti di A. Pertanto comportamento e comunicazione sono due lati della stessa medaglia: comunicazione si collega a percezione, relazione, messaggi, errori e risultati. Dall’altro lato c’è poi il comportamento caratterizzato dalla psicologia e dall’antropologia. Tutti noi abbiamo una scelta: possiamo adottare un comportamento spontaneo o uno strategico a seconda del fine che vogliamo raggiungere. Se l’obiettivo è ottenere un risultato si cercherà di utilizzare una comunicazione strategica poiché, al contrario, se usassimo un comportamento spontaneo, in nove casi su dieci non riusciremmo ad ottenere ciò che vogliamo.

Durante la mattinata abbiamo cercato di individuare le regole non scritte per la comunicazione.           

La prima regola è il concetto di influenza. Ma cosa intendiamo per influenza? Cambiare il comportamento dell’altro per ottenere qualcosa di positivo per noi stessi. Ma ciò potrebbe essere inteso come una sorta di manipolazione. In realtà, in base al comportamento che abbiamo può trattarsi di manipolazione oppure di collaborazione.

La seconda regola è il messaggio che vogliamo trasmettere. Lo stesso concetto può essere espresso in maniera diversa e con parole diverse e questo ne determinerà il successo comunicativo. L’esempio lampante è mostrato da Alessio attraverso un video di una donna che decide di aiutare un uomo non vedente che chiede l’elemosina con un cartello recante la scritta: “sono cieco, aiutatemi per favore”. La donna cambia il messaggio nel cartello dell’uomo scrivendo: “oggi è una bellissima giornata e io non posso vederla”. La sostanza non è cambiata, sta esprimendo sempre la stessa cosa, cioè che l’uomo è cieco, ma lo sta facendo usando parole diverse. Ciò che è cambiato è l’effetto che produce sulla gente: la seconda frase cambia radicalmente il modo di percepire la realtà per i passanti, i quali diventano più empatici verso la condizione del cieco. Questo ci insegna che il potere delle parole può realmente fare la differenza.

La terza regola è l’inconscio. Quando comunichiamo, colpiamo l’inconscio del nostro interlocutore: ciò significa che ogni affermazione potrebbe essere potenzialmente un azzardo. Quindi:

  • Evitare: affermazioni, domande retoriche, imperativo (comando). 
  • Cosa fare: domande aperte e motivate, essere pronti ad ascoltare le risposte.

La quarta regola è la percezione. Essa è un processo inevitabile, che inizia non appena si incontra qualcuno. Attraverso la percezione si comunica un messaggio verbale.

La quinta regola è che il responsabile della comunicazione è colui che la conduce. Chi fa le domande è colui che guida la comunicazione. Quindi bisogna cominciare per primi la comunicazione per poterla guidare.

Ma cosa succede durante una comunicazione? Vi è sempre un’enorme perdita di informazioni: l’interlocutore vuole trasmettere 80, ma riesce a comunicare 60 e chi lo ascolta recepisce 10 e ne ricorderà solo 5. Uno strumento utile, già sperimentato a Lecco100, è l’utilizzo delle mappe mentali che aiutano a trattenere e memorizzare molte più informazioni.

La percezione però presenta alcuni limiti: guardando la stessa immagine possiamo vedere due cose diverse (esempio della donna giovane e quella anziana). Ciò dipende dalla nostra capacità di analisi, dal punto di vista con cui guardiamo le cose. Quindi è necessario:

  1. Accettare che qualcuno possa vedere una cosa diversa da come la vedo io.
  2. Domandare per sapere qual’è il punto di vista dell’altro.

La realtà è un parto della vostra immaginazione”: ognuno di noi ha una percezione diversa della realtà e siamo soliti proiettare i nostri pregiudizi e modelli mentali in modo scorretto. Dobbiamo perciò renderci conto che qualcuno può vedere le cose in modo diverso dal nostro e aiutarci con delle domande che possano chiarire quella particolare visione.

E’ importante inoltre riconoscere che non esiste una guida certa sulle tecniche della comunicazione, ognuno ha modi diversi di comunicare, tuttavia l’importante è cercare di farlo nella maniera più efficace possibile. Come ci ha insegnato Alessio, il valore delle parole ha un peso specifico e la comunicazione rappresenta un elemento fondamentale nelle relazioni interpersonali.

Giulia Capobianco