Epitteto

Epitteto e il comportamento degli stoici

“La filosofia insegna ad agire, non a parlare.” (Lucio Anneo Seneca)

Lo stoicismo è una scuola filosofica ellenica che nasce nel terzo secolo A.C. con Zenone di Cizio ad Atene, nello stesso periodo della nascita dell’Epicureismo, vedi: Stoicismo – Wikipedia

Lo stoicismo ha avuto un grande successo, è durato per cinque secoli, e ha fra i suoi più noti esponenti, Epitteto, Marco Aurelio e Seneca.
Al centro di ogni visione stoica c’è sempre la virtù.
Ancora oggi quando si dice di una persona che è uno stoico si intende riferirsi alla sua fermezza ed ostinazione nel sopportare qualcosa.

Ellenismo filosofico: Lo Stoicismo – ppt video online scaricare

Per noi moderni gli stoici sono ancora in grado di dare risposte alle grandi domande sulla vita. Personalmente mi danno sempre un certo conforto per il modo estremamente semplice e logico di pensare alla vita pratica.

Ad esempio, Epitteto, che prenderemo come riferimento principale, era uno schiavo e diceva che ci sono poche cose che possiamo controllare: il nostro atteggiamento, il nostro comportamento, e che non possiamo controllare molte cose, neanche il nostro corpo. Quindi non possiamo pensare minimamente a poter controllare i comportamenti altrui.

In sostanza Epitteto si chiede perché dovrebbe preoccuparsi delle cose che non può controllare e che non dipendono da lui. E quindi di scegliere cosa è in suo potere: comportarsi secondo virtù.

Come tutte le credenze, una filosofia ha una serie di conseguenze pratiche nella vita a partire appunto dai nostri comportamenti. Personalmente ho provato che su di me ha l’effetto di disinnescare sentimenti ed emozioni negative in momenti difficili.

Perché mi dovrei preoccupare quando non sono in grado di controllare la realtà? Mi conviene rilassarmi e usare al meglio le mie capacità per affrontarla, comunque sia.

Ad esempio, Epitteto diceva che noi non possiamo evitare ai nostri cari di morire, ma possiamo imparare ad accettare il fatto che la morte è un modo naturale di tornare a far parte dell’universo che ci ha generato (oggi parleremmo di fisica atomica) e quindi godiamo dei nostri cari finché sono con noi e poi impariamo ad accettare il fatto che l’universo li ha ripresi dopo averceli prestati. Un cristiano direbbe “Dio prende, Dio da”.

Più semplicemente: “Non le cose stesse ci disturbano bensì le opinioni che noi abbiamo delle cose.”

Personalmente questo punto di vista mi porta a non temere la morte e a distaccarmi dai comportamenti che ho imparato ad avere seguendo le opinioni di chi mi ha educato in cui si vive come una tragedia tutto quello che la riguarda. Oltre a questo, riflettere sulla morte mi porta a ritenere meno importanti i fenomeni estemporanei della vita come i soldi, il piacere e il successo.

Pragmaticamente gli stoici insegnano a non considerare importanti cose che vanno e vengono come la salute, la ricchezza e i piaceri, in questo modo per esempio, smontano emozioni complesse come l’invidia:

Da notare che la versione attuale delle opere di Epitteto è stata tradotta da Giacomo Leopardi ed è disponibile online: Il manuale di Epitteto

Se vi sembra che Epitteto sia pessimista potete leggere Marco Aurelio, che da imperatore romano ha scritto i suoi pensieri con una prospettiva stoica incredibile, per esempio inizia il titolo secondo scrivendo ”Fin dal mattino devi predire a te stesso: m’imbatterò in un intrigante, in un ingrato, in chi oltraggia, in una canaglia, in una persona maligna, in una antisociale.”

Non si limitava a cose così truci, era un uomo di profonda umanità ed estremamente ligio al suo dovere:

“Non discutere più di come debba essere l’uomo per bene, ma siilo.”

Marco Aurelio era figlio adottivo e prediletto di Antonino Pio, imperatore stoico a sua volta che durante la sua vita ha realizzato il periodo più pacifico della Roma imperiale. La vita di Marco Aurelio gli ha però anche riservato la sfortuna di avere come figlio Commodo che ha dilapidato il tesoro dell’impero fino ad essere ucciso in un complotto dei suoi pretoriani strangolato dal suo maestro di lotta.

Qui i suoi dialoghi : MARCO AURELIO.pdf

Chiudo scrivendo che nel master di Lecco 100 impariamo ad usare uno strumento che ci è stato lasciato da Seneca che serve a rispondere alla domanda: qual è la cosa peggiore che ti può capitare?

La cosiddetta “premeditatio malorum”, ovvero pensare prima ai possibili mali per accettarli, diventa uno strumento nel momento in cui la usiamo per pensare al peggio e ad organizzarci per prevenirlo o per gestirlo se accade, ma questo lo vedrete iscrivendovi al prossimo Master 🙂


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il programma: https://www.lecco100.it/index.php/2022/09/07/stiamo-progettando-il-master-del-2023