Edward De Bono e il pensiero Laterale

“Solo perché un problema non è ancora stato risolto non è detto che sia impossibile da risolvere.” (Agatha Christie)

Il tema di cui trattiamo in questo articolo è il modo in cui risolvere problemi, gli americani parlano di problem-solving. Ci sono molte cose che si possono dire a riguardo, ma restiamo su una semplice definizione. Abbiamo un problema quando non sappiamo come agire per superare un ostacolo indesiderato, di solito perché abbiamo insufficienti informazioni per affrontarlo. Gli elementi di un problema sono in parte noti, abbastanza da poterlo definire un problema.

Come affrontiamo un problema?

Come insegnante ho sempre affrontato il problema di rendere ripetibile una serie di azioni per ottenere un risultato, ad esempio, inserire numeri in un foglio elettronico e scrivere una formula per il totale.

Come formatore ho sempre cercato il modo di convincere gli allievi a provare i metodi e i comportamenti da me suggeriti, per imparare effettivamente se funzionano o no per loro.

Ogni volta ho cercato una soluzione ottimale su come proporre un tema. Spesso mi sono trovato in situazioni paradossali perché la nostra mente semplicemente si concentra sulle informazioni che riceve ovvero sul problema. Ad esempio, quando psicologi ed educatori negli anni ‘90 hanno fatto lezioni sui pericoli degli usi delle droghe nelle scuole superiori, hanno ottenuto l’effetto di aumentare il consumo delle droghe in quella fascia di popolazione. Noi stessi abbiamo ricevuto un’istruzione con l’obbligo di leggere libri, ad esempio, “I promessi sposi di Alessandro Manzoni”, con delle modalità che ce li hanno fatti odiare nonostante la qualità delle opere.

Adesso Vi do un problema, chiedetevi: come posso spiegare a dei ragazzini che comportarsi come bulli danneggia anche loro? Non basta dare degli ordini.

Altre volte si cerca di scendere nei dettagli di qualcosa, scoprendo che così si aumenta solo la confusione, come nella vignetta qui sotto della quale esiste anche una pagina di spiegazione https://www.explainxkcd.com/wiki/index.php/1343:_Manuals 🙂

Altro modo di risolvere problemi tipico delle burocrazie umane è quello di aumentare le regole. Di solito il risultato è che aumentano anche i problemi. Ci sono anche le cosidette ipersoluzioni, come la guerra, che di solito fanno più danni rispetto ai possibili vantaggi di chi vince.

Purtroppo, nella maggior parte delle situazioni, non fare nulla non è una soluzione. Pensate alla crisi pandemica o alle crisi finanziarie.

Cosa funziona per me e per molti altri

Di tutti i metodi, le didattiche, le semantiche, i linguaggi e gli strumenti che ho provato in una vita i miei preferiti sono senz’altro il pensiero laterale e il kaizen. Due tecniche che sono nello stesso tempo un modo di pensare, quindi di guardare alla realtà percepita, e una filosofia applicata con ricadute estremamente concrete nei risultati ottenuti.

Il pensiero laterale è stato formalizzato dal professor Edward De Bono, un vero gigante negli studi sulla creatività, ha creato anche il metodo de “i sei cappelli per pensare”.

Il prof. De Bono sostiene che per risolvere un problema:

  1. possiamo usare la logica, ma la logica è un metodo che tende a semplificare, a ridurre il numero delle variabili; quindi ha il difetto di essere rigida, come la selezione dei vincitori in un torneo a squadre.
  2. possiamo usare il pensiero laterale, che esclude la logica, che affronta il problema indirettamente proponendo ipotesi improbabili e creative, come il metodo di caccia di un granchio. Il granchio si muove lateralmente alla posizione della preda.

Esempi

A questo punto possiamo descrivere qualche soluzione da pensiero laterale. Il primo esempio è il filmato che mostro quando spiego le applicazioni pratiche del pensiero laterale. In questo film, basato su una storia vera, un insegnante di ballo insegna a degli allievi con problemi comportamentali e sociali a ballare. Voi direte: cosa centra il ballo con il disagio sociale?

Il risultato che l’allenatore si aspetta è che apprendendo un insieme di regole desiderabili, perché a tutti piace essere scelti per ballare, si può pensare che un buon comportamento, dettato da un insieme di regole, ci permetta di immaginare un futuro migliore. Le regole servono a poter immaginare come si potrebbe vivere. Ballare è un esempio concreto.

Un altro piccolo capolavoro del cinema e splendido esempio pratico di pensiero laterale, “Scacco matto nel Bronx” sempre basato su una storia vera, ci mostra una classe di adolescenti pieni di problemi familiari, in una scuola del Bronx, a cui viene proposto di imparare a giocare a scacchi. L’insegnante per convincerli dice “Nessuno ti può dare dello stupido se sai giocare a scacchi!”. Anche in questo caso l’accento è l’attenzione alla persona e ai suoi bisogni e non al gioco.

Come insegnante di informatica in passato mi sono messo alla prova con persone ipoudenti, ipovedenti e con altre disabilità. Per insegnare a creare cartelle (directory) su una memoria digitale, selezionare file, copiarli, incollarli e spostarli, dopo qualche test e una serie di tentativi, ho capito che anziché concentrarmi sull’esercizio concettuale avrei dovuto spostarlo sul piano fisico.

In pratica ad ogni inizio di lezione facevamo esercizi di “ginnastica” senza pensare al perché, solo movimento “fisico”: Crea Cartella CasaMia→crea file nella cartella con il tuo nome→crea un’altra cartella con nome CasaTua→copia il file con il tuo nome nell’altra cartella→cancella il file nella prima cartella.

In questo modo le persone si rilassavano e si concentravano sulle azioni, non sui risultati. E non potevano evitare di agire, di imparare e qualche volta di divertirsi.

Nel 2022 ho scoperto che nella zona dove abito c’è uno Spot dove fanno corsi di Skating. Per fare loro un esempio di pensiero laterale ho suggerito di insegnare ai bambini per prima cosa come si cade. Se impari a cadere, andare con lo skateboard diventa meno rischioso e di conseguenza più divertente.

Quando ho pensato a questa tecnica è stato perché quando ero bambino ho praticato Judo per qualche anno. Tutti gli insegnanti che ho avuto passavano 10 minuti in ogni lezione a insegnarci a cadere. Solo dopo molto anni ho capito che oltre a toglierci la paura di cadere ci insegnavano a rialzarci.

La teoria del pungolo

Nel 2017 Richard Taler ha vinto il premio Nobel per l’economia per aver espresso la “teoria del pungolo”.

Da Wikipedia: La teoria dei *nudge* (in inglese: Nudge Theory[1]) è un concetto che, nel campo dell’economia comportamentale, della psicologia cognitiva e della filosofia politica, sostiene che sostegni positivi e suggerimenti o aiuti indiretti possono influenzare i motivi e gli incentivi che fanno parte del processo di decisione di gruppi e individui, almeno con la stessa efficacia di istruzioni dirette, legislazione o coercizioni.

In altre parole, pensiero laterale. Nella foto a seguito l’esempio classico di questa teoria. Ammetto di aver riso la prima volta che l’ho visto.

Disegnando una mosca negli orinali per uomini si stimola a colpirla durante l’utilizzo, e di conseguenza si ha un uso corretto dell’orinale.

Nel master Lecco 100 parliamo delle più note tecniche di creatività e ci esercitiamo almeno in un paio di esse. Il pensiero laterale viene seminato piano piano negli esempi durante le lezioni perché richiede un livello di pensiero complesso. Ci aiuta molto anche un altro autore, Matteo Rampin, che nel suo libro “Pensare come un mago” fa largo uso del pensiero laterale e di altre tecniche per spiegare modi di pensare vantaggiosi di fronte a un problema. Come psicoterapeuta ha collaborato con scuola di “terapia strategica breve” del prof. Nardone, dove si fa largo uso di stratagemmi per far superare al paziente i paradossi in cui si è andato ad infilare.

Se vi affascina il tema in Italia abbiamo anche Umberto santucci che se ne è occupato e ha pubblicato materiali divulgativi online sul suo sito https://www.umbertosantucci.com/.


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come iscriversi: https://www.lecco100.it/index.php/2022/09/08/vuoi-partecipare-al-master-2023/

il programma: https://www.lecco100.it/index.php/2022/09/07/stiamo-progettando-il-master-del-2023