Governance di una microimpresa, la pratica del buon senso, riunioni utili e creazione di un second brain: sfaccettature di un Master “multipotenziale”

La quinta settimana del Master Lecco100 si è aperta, nella mattinata di venerdì 17 marzo, con la testimonianza di Walter Cortiana, responsabile commerciale e socio titolare, insieme al fratello, di 3C CATENE SRL di Lecco, un’azienda artigiana leader nazionale per la produzione di catene saldate di piccole dimensioni.


L’imprenditore lecchese, con la sua testimonianza, ha voluto sottolineare l’importanza dell’organizzazione aziendale e della crescita interna in contesto come quello della microimpresa, illustrando alcune delle strategie di business messe in atto nel corso degli anni e soffermandosi, in particolare, sull’orientamento al cliente. La possibilità di personalizzazione del prodotto e la costante garanzia di qualità, come dimostrato altresì dal raggiungimento della certificazione del Sistema Qualità secondo le norme UNI EN ISO 9001, risultano essere tutte attività improntate alla fidelizzazione della clientela.
Un ulteriore aspetto che va ad affiancarsi alle strategie di business e che ha contribuito al successo della 3C CATENE SRL, è riconducibile al punto di vista dell’imprenditore in relazione alla gestione dei rapporti con la concorrenza. La scelta di creare delle aggregazioni di rete, basate su collaborazione e cooperazione tra imprese operanti nel medesimo settore, ha permesso all’azienda di entrare anche in mercati esteri che sarebbero stati difficilmente aggredibili singolarmente.
Nella vision di Walter Cortiana le relazioni e le collaborazioni risultano fondamentali per lo sviluppo interno dell’azienda, ma altresì per le esternalità positive chi si possono creare in favore del territorio. Da questa prospettiva ne derivano le collaborazioni dell’imprenditore con scuole, università e associazioni, volte a diffondere la cultura e promuovere progetti innovativi, con un focus particolare sull’orientamento scolastico e sull’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro

Mauro Piazza

Nella seconda parte della mattinata, i membri del gruppo hanno avuto modo di ascoltare la testimonianza di Mauro Piazza, Consigliere Regionale presso Regione Lombardia.
L’intervento è stato caratterizzato da una prima parte nella quale è stata fatta una panoramica di quello che è il ruolo del Consigliere Regionale e quali funzioni svolge, seguita poi da una seconda parte, contraddistinta da una riflessione sulla considerazione sociale della politica, indicata da Mauro Piazza come una sorta di “terzia via” tra la conoscenza e la tecnica, definendola come la “pratica del buon senso”.
Nel raccontare la sua esperienza, è emersa tutta la sua passione per la politica e il suo impegno per fungere da raccordo tra i bisogni del territorio e i possibili interventi di Regione Lombardia per rispondere alle esigenze. Leggendo tra le righe del discorso di Mauro Piazza, è intuibile come l’insieme delle sue idee e dei suoi ragionamenti convergano sempre nell’ottica di un fine ultimo preciso: il bene complessivo del territorio lecchese.

La mattinata di venerdì si è conclusa con una breve, ma al tempo stesso efficacie, lezione di Alessio Sperlinga sul tema delle riunioni, sulla loro organizzazione, sul ruolo di chi le conduce e di chi vi partecipa.
L’analisi della tematica è partita da uno spunto interessante: noi passiamo il 15% del nostro in tempo in riunione, pertanto è bene che impariamo a scegliere se e come indirle e a come utilizzare, nel modo più efficiente possibile, questa tipologia di strumento. Ebbene sì, uno strumento. Come più volte sottolineato da Alessio, le riunioni sono uno strumento, non un processo. Devono essere gestite con regole precise, senza “varie ed eventuali” e devono essere volte all’efficienza.
In tutte le riunioni il vincolo principale è dato da un fattore: il tempo. La massima che è possibile trarre è che “il processo prevale sul contenuto”: se è stato stabilito un termine, quest’ultimo deve essere inderogabilmente rispettato, a prescindere dal fatto che tutti gli argomenti dell’ordine del giorno siano stati o meno trattati.

Dopo il primo incontro, risalente a circa un mese addietro in occasione della giornata di apertura del Master 2023, ha avuto luogo il secondo appuntamento con Cristina Pedretti, ex allieva del Master Lecco100 nel 2013 e oggi Life & Corporate coach, formatrice e consulente.
Il tema di quest’ultimo incontro di venerdì pomeriggio è stato un concetto nuovo e, per la maggior parte dei presenti, del tutto inesplorato: la multipotenzialità.
L’approccio di Cristina, estremamente efficace ai fini delle tematiche di cui si occupa, consiste nel proporre ai partecipanti di svolgere alcuni esercizi che permettono di indagare, in modo introspettivo, su noi stessi, sulle nostre esperienze e sugli interessi coltivati nel nostro passato.
La lezione ha fornito gli spunti adatti per capire se e come riconoscersi come soggetti multipotenziali. Riportando come possibile definizione di “multipotenziale” quella proposta da Fabio Mercanti nel suo libro “Multipotenziali. Chi sono e come cambieranno il mondo del lavoro”, è possibile affermare che ciò che caratterizza questi soggetti non è la molteplicità di interessi fine a sé stessa, bensì il senso di coerenza individuale nello spostarsi da un’attività ad un’altra in base al proprio personale approccio alla vita, al lavoro e all’organizzazione del proprio tempo.
La multipotenzialità è un concetto che, in prima battuta, potrà sembrare astratto, ma che, in seguito ad un’analisi più approfondita, si è rivelato estremamente concreto e riconducibile a un’attitudine dell’individuo, ad una “super-skill” per adattarsi al cambiamento. Tuttavia, non si limita ad essere una caratteristica identitaria. È infatti possibile sollecitare in ogni persona un’attitudine alla multipotenzialità, come se fosse una competenza che si può sviluppare nel tempo. Una sorta di continua ricerca del cambiamento per uscire dalla nostra comfort zone e veicolata sempre da un principio-guida: la coerenza con il proprio continuo mutare. E in un contesto mutevole come quello nel quale viviamo, la multipotenzialità può permetterci di essere maggiormente flessibili e adattabili alle sfide che ci si presentano tutti i giorni, sia nel contesto della nostra vita privata, che in ambito lavorativo.

L’incontro di sabato mattina ha preso avvio con l’ormai consueto appuntamento del formato “This I Believe” dei partecipanti. In questa occasione è stato il turno di Francesco, il quale è riuscito a ricreare nelle menti di noi ascoltatori immagini concrete della vita quotidiana accompagnate da un’affascinante vena filosofica, mediante le quali ha saputo trasmettere i valori in cui crede.

La lezione, tenuta da Alessio Sperlinga, ha avuto come oggetto principale l’utilizzo di nuovi strumenti che possiamo definire come “meta-metodi”, ovvero un particolare modo di gestire contenuti, indipendentemente dalla loro tipologia.
Rientrano in questa categoria strumenti come Evernote, Obsidian e Notion. Il focus di questa lezione si è concentrato, in particolare, sull’utilizzo di Notion.
Notion è un’applicazione di gestione di progetti e database che consente agli utenti di organizzare le informazioni in un unico luogo. Il primo approccio a questo strumento ha evidenziato che l’applicazione può essere utilizzata per creare database personalizzati, note, elenchi di attività e calendari con scadenze.


Partendo dalla scuola di pensiero di Tiago Forte, l’idea è quella di costruire un “secondo cervello”, nel quale immagazzinare e gestire i processi e i progetti che caratterizzano tutti gli aspetti della nostra vita.
Nella visione di Tiago Forte tutto è legato a come gestiamo i contenuti, a come li rielaboriamo e a come li archiviamo. Tuttavia, l’archiviazione dei contenuti non deve essere pensata come una mera biblioteca, ma come un flusso di informazioni finalizzate a gestire i nostri progetti attivi.
In quest’ottica, l’utilizzo di Notion è funzionale a organizzare i flussi di informazioni in modo visivo, utilizzando una combinazione di tabelle, elenchi e viste Kanban che consentono di visualizzare i dati in modi diversi e di organizzarli in modo efficace.
L’obiettivo perseguito con la creazione di un “second brain” tramite uno strumento come Notion, è l’incremento della produttività personale, al fine di gestire tutti i nostri interessi e le nostre attività in modo versatile e flessibile. Che sia proprio Notion lo strumento ideale per gestire e sviluppare la nostra multipotenzialità?

Matteo Scaglia