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Di Stefano Bassani

L’argomento della lezione di sabato scorso sono state le mappe mentali, prima con la teoria e poi con un po’ di sana pratica Alessio ci ha fatto assaporare e poi toccare con mano il mondo delle mappe mentali.

L’inventore delle moderne mappe mentali è stato Tony Buzan, un noto psicologo inglese nato nel 1942 che ci ha lasciato ormai 5 anni fa.

Con il termine mappa mentale si intende dare una rappresentazione di tipo grafico ad esempio di un pensiero, o di una storia.

Ma cosa c’è alla base di queste mappe mentali? Ci sono gli eventi materiali o fatti che ci capitano di continuo nella nostra vita quotidiana; il nostro cervello, ogni volta in cui ci imbattiamo in un fatto, lavora cercando di riconoscere le relazioni a cui poi vengono associati dei significati (storytelling).

Unendo quanto detto sopra abbiamo scoperto di che cosa è fatta quella cosa ,così tanto banale e complicata allo stesso tempo, che viene chiamata informazione.

Come facciamo a creare una mappa mentale? Servono 3 ingredienti fondamentali per crearne una:

  1. Immaginazione: Attraverso un semplice gioco noto come “scribble birds”, Alessio ha stuzzicato la nostra immaginazione facendoci disegnare degli uccellini partendo da dei semplici scarabocchi fatti con una penna; il risultato? Ognuno di noi possiede un po’ d’immaginazione, basta solo tirarla fuori!
  2. Associazione: Sempre tramite un altro gioco abbiamo scoperto come ad una semplice parola ogni persona associ un’altra parola che, nella maggior parte dei casi, è diversa da quella che abbiamo pensato noi.
  3. Parole: il filo conduttore che ci permette di associare e, di conseguenza, anche di immaginare.

Con lo stesso principio usato per creare le mappe mentali possiamo creare anche dei grafi, che rappresentano la forma più completa di espressione ma che non sono efficienti, servono infatti più di 30 minuti per crearne uno che spesso e volentieri nell’ambito lavorativo non abbiamo.

Le mappe mentali invece, hanno meno parole, non hanno relazioni orientate e sono molto più efficienti; posso farne una anche in soli 5 minuti!

Per mantenere la lezione attiva (era pur sempre un sabato mattina…) Alessio non si è più dilungato con la teoria e ci ha fatto subito mettere “le mani in pasta” facendoci creare la nostra personale mappa mentale, in 5 minuti massimo su: noi, il nostro lavoro, le nostre relazioni ecc.

A tempo esaurito ciascuno ha potuto osservare il lavoro dei colleghi notando come ciascuna mappa fosse differente da un’altra per vari motivi: chi ha messo più relazioni, chi ha dato una maggiore impronta visiva utilizzando più colori, chi è stato più metodico e ordinato e via dicendo.

A seconda dell’ambito in cui devo applicarla ci sono diversi modi di come strutturare la mia mappa mentale: posso mettere un’idea al centro e circondarla di parole chiave (quello che Tony Buzan chiamava “pensiero radiante”); posso strutturare i dati in base alla loro importanza (ad es. prima il più importante e sotto quelli meno rilevanti); in ambito scolastico posso mettere al centro un argomento a piacere e sviluppare intorno i vari rami; posso realizzare una mappa come modello per obiettivi suddiviso in: progettazione, pianificazione e programmazione.

Insomma, avete capito che il mondo delle mappe mentali è davvero vasto e diversificato e non basta una breve lezione per saperle sviluppare in modo efficiente.

Ma al termine della lezione una cosa è certa: creare queste mappe mentali è stato molto utile ma soprattutto divertente e stimolante, non ci resta che provare a portarle con noi nel mondo del lavoro (e non solo) per renderci conto di come possano veramente ridurre alcune complessità e cambiarci la vita in positivo.